A distanza di 3 anni dall'ultimo (deludente, mi sento di sottoscrivere l'ottima rece del nostro Frank che potete leggere
qui) album "Death is not dead", tornano gli storici deathster svedesi
The Crown con un corposo carico di novità al seguito.
Innanzitutto il prossimo 16 marzo uscirà il nuovo album "
Cobra Speed Venom" e non per la
Century Media Records come gli ultimi due, bensì sotto la loro storica label
Metal Blade, album di cui questo EP dal titolo "
Iron Crown" è un gustoso antipasto.
Inoltre, fatto che musicalmente ci interessa di più, la band ha reclutato un drummer "di ruolo", se così possiamo dire, visto che nel precedente disco dietro le pelli sedeva con alterne fortune il chitarrista
Marko Tervonen.
Ed
Henrik Axelsson -stando alle (sole) due tracce del 7"- fa tutta la differenza del mondo.
Ora, io ho amato profondamente i primi lavori dei nostri, quella miscela esplosiva di thrash e death sparato direttamente in faccia all'ascoltatore che veniva investito senza alcuna pietà dal continuo assalto sonoro della band: "
Deathrace King", "
Hell is here" e "
Crowned in terror" sono gemme preziose che illustrano il passato glorioso della band meglio delle mie parole. Poi "
Death is not dead" era suonato come la campanella dell'ultimo giro di pista per cui avevo deciso di ricordarli per i grandi dischi composti piuttosto che continuare a seguirli senza più riconoscerli.
Ma si sa, il fuoco cova sempre sotto la cenere, e quindi quando il Graz ha chiesto di recensire il nuovo EP di
Lindstrand & Co. non ho potuto esimermi: d'altronde la speranza è l'ultima a morire.
"
Iron Crown" è composto -come dicevamo- di due sole canzoni: la titletrack che sarà anche presente in "
Cobra Speed Venom" e "
Ride the fire" che invece comparirà soltanto qui.
Ebbene, se il quintetto sarà riuscito a mantenere la carica, l'entusiasmo e la rabbia di questi due pezzi la release di marzo potrebbe rinverdire i fasti del passato: il sound è stato ripulito di tutti gli orpelli melodici ficcati quasi a forza nell'ultimo disco, finalmente ritornano i riffs granitici e serrati, ed il drumming aggressivo e preciso di
Axelsson risulta trascinante anche per il resto del gruppo. In meno di 7 minuti ho avvertito affiatamento e determinazione, qualcosa che avevo perso di vista da "
Doomsday King", ho avvertito nuovamente la furia indispensabile per rendere credibile e sincera questo tipo di proposta musicale.
Dato il credito che vantano i
The Crown voglio concedere loro nuovamente fiducia, ed attendo il 16 marzo con la stessa impazienza con cui si aspetta un vecchio amico: spero ne valga la pena!
The Crown - "
Iron Crown"