Copertina 3

Info

Anno di uscita:2018
Durata:75 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. VOLATILE
  2. CATHARSIS
  3. BEYOND THE PALE
  4. CALIFORNIA BLEEDING
  5. TRIPLE BEAM
  6. KALEIDOSCOPE
  7. BASTARDS
  8. HOPE BEGETS HOPE
  9. SCREAMING AT THE SUN
  10. BEHIND A MASK
  11. HEAVY LIES THE CROWN
  12. PSYCHOTIC
  13. GRIND YOU DOWN
  14. RAZORBLADE SMILE
  15. EULOGY

Line up

  • Robb Flynn: vocals, guitars
  • Phil Demmel: guitars
  • Jared MacEachern: bass
  • Dave McClain: drums

Voto medio utenti

Quando una band ha bisogno di iniziare il disco con un anthemico, urlato e puerile “Fuck The World! Go!”, quando a farlo è un uomo di 50 anni conosciuto nel mondo dell’heavy metal come un gran paraculo modaiolo, quando per ribadire il concetto e per sembrare vero hai bisogno di farlo per la durata abnorme di 75 minuti suddivisi in 15 tracce, quando per calarti fino in fondo nel personaggio sei contretto a mandare in giro una vergognosa info sheet dove si può leggere che “An epic demonstration of their growing power as a band, 'Catharsis' may well be the finest record Machine Head have ever made” e lo stesso Robb Flynn dichiarare che “We ended up with a landmark here. An album that has the potential to be huge. If people get behind this, believe in this... 'Catharsis' could really elevate our genre here”, allora vuol dire, inequivocabilmente, che quella band, i gloriosi Machine Head, è arrivata alla frutta.
Catharsis” è un disco che condensa tutti i difetti di una band che ha scritto pagine immortali di questa musica ma che è sempre più diventata solo la band di Robb Flynn, unico membro superstite della line-up originaria.
Tralasciando la produzione, diciamo il bel pacchetto regalo con cui è confezionato, “Catharsis” sembra la brutta copia di “Supercharger”, un disco per me molto buono e che aveva il pregio, all’epoca, 17 anni fa, di essere quantomeno al passo coi tempi.
Ecco, oggi i Machine Head sono talmente spaesati che non sanno più in quale epoca sono e cosa suonare.
C’è solo una costante, un cantante (sic) che urla come un forsennato per tutta la durata del disco, ma Robb Flynn non è Burton C. Bell che ha un registro vocale molto ampio e ha anche una bella voce melodica. Robb Flynn deve urlare si, ma farlo con frasi incisive e brevi, non articolare interi monologhi col vocione da porco ingrugnato. I pochi buoni spunti di questo disco sono rovinati dalla sua onnipresente e invadente logorrea che annoia da morire.
C’è stato un periodo nel quale dopo i criticati “The Burning Red“ e “Supercharger” la band era tornata alle origini riscoprendo il thrash metal nella sua forma più pura ed heavy, ecco, dimenticatevi di tutto questo, oggi vorrei dire che suonano Nu Metal ma non sarebbe corretto, volendo i Machine Head tenere i piedi in troppe scarpe, tra cui spicca un metalcore che a confronto bands come Unearth e Heaven Shall Burn sembrano Led Zeppelin e Deep Purple.
La musica talvolta dà l’impressione di essere furiosa come un toro in gabbia ma è solo apparenza, non c’è vera pesantezza, non c’è vera rabbia, come in quelle risse nelle quali ti agiti e fai il pazzo solo fin quando ti tengono e ti dividono, ma ti calmi appena ti liberano.
La ballad acustica “Behind The Mask” vorrebbe essere il grimaldello per permettere alla band di sfondare nel mainstream delle top charts, ma è solo un insulto alla band che ha scritto “Davidian”, “Block” e “Take My Scars”.
Potrei continuare a dirne male ancora per molto, ma verrei anch’io a noia.
Catharsis” con i suoi lunghissimi 75 minuti segna l’ingloriosa fine dei Machine Head, una band che comunque non è che se la passasse molto bene.
L’unica speranza è che il disco venda poco, venga stroncato ovunque e Robb Flynn ritorni tra i comuni mortali e si metta a fare di nuovo musica col cuore, magari richiamando Adam Duce e Logan Mader. Ma ho come l’impressione che nell’attesa faccia prima Cicciolina a tornare vergine.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 feb 2018 alle 15:47

Ogni tanto tocca anche portare la croce nel recensire album pessimi

Inserito il 19 gen 2018 alle 22:11

su questo sono completamente d'accordo con te :)

Inserito il 19 gen 2018 alle 17:52

Va bene Graz, aggiudicato! :-) Son gusti, a me Locust fa impazzire, ma buttiamoci dentro ben volentieri anche il bellissimo Through the ashes, il succo del discorso non cambia, dire che sono morti dopo i primi due album non ha senso

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