I greci
Jaw Bones suonano uno stoner molto anni ’90, con pennellate di attitudine grunge.
L’atmosfera sempre cupa ed amara si sposa con un tiro solido e diretto, come si nota subito nella trascinante opener “
Communication”. Qualche apertura ariosa, molto limitata, vedi la conclusiva “
Song of the nightingale”, non sposta la direzione generale del lavoro, che è quella di mid-tempo corposi sovrastati dalla potente voce di
George Cobas.
Da segnalare il piacevole groove di “
Eco tripper”, sul genere di Sasquatch, Gozu, Mos Generator, e l’energia nervosa che emerge da brani come “
Don’t bring me down” e le poderose “
The ride to nowhere” e “
Should know better” dove la band ellenica si concede qualche spazio psych e qualche accellerazione alla Orange Goblin.
La formazione di Salonicco realizza un disco valido, circoscritto al genere, ma comunque degno d’interesse.
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