Gli svizzeri
The Universe by Ear propongono una mistura originale di prog-rock floydiano, rumorismo noise-space, melodie raffinate, nervature heavy rock moderniste, con un risultato che appare convincente seppur ancora da perfezionare.
Prendiamo l’iniziale “
Seven pounds”, dove brilla un mood nostalgico a metà strada tra i vecchi Genesis ed i Voivod di Angel Rat, a cui il trio appiccica una parte rumoristica che pare davvero estemporanea ed anche un poco forzata.
Il disco presenta svariati momenti come questo alternati a soluzioni certamente brillanti, vedi l’acid blues torbido ed immaginifico “
Dead end town” o il groove asciutto e cadenzato di “
Make it look like an accident”. Altro brano complesso è il lungo “
Ocean/Clouds/Prism”, dove ad una prima parte di ottima psichedelia seguono digressioni free-form in odore di King Crimson, con buona rilevanza del chitarrista
Stefan Strittmatter.
Nell’insieme la prova è buona: ci sono idee, una certa originalità e capacità strumentali. Rimane però l’impressione di uno stile parzialmente frammentato, che una volta compattato meglio potrebbe offrire risultati ancora migliori. Una band da tenere d’occhio per il futuro.
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