Che
Gleb Kolyadin fosse un compositore estremamente talentuoso si era già capito con le sue produzioni a nome
Iamthemorning. Come si era capito che fosse un mostro di tecnica e gusto seduto davanti al suo fido pianoforte (in Russia - quando studi musica - non scherzano per niente). Ma cosa aspettarsi dal suo primo disco solista?
Sarò franco, un lavoro di questo spessore non me l'aspettavo nemmeno io. Premettendo che un album del genere non può non fare la gioia di qualsiasi tastierista o presunto tale (io appartengo alla seconda categoria), credo anche che - una volta tanto - i vari ospiti coinvolti, da
Jordan Rudess a
Steve Hogarth, si siano sentiti "piccoli piccoli" davanti alle doti di
Kolyadin.
"Insight" è il primo gioiellino strumentale del lotto, un po' prog e un po' fusion senza mai essere veramente né uno né l'altro. Le atmosfere si fanno più rarefatte con
"Astral Architecture", interpretata dal cantante degli Antimatter
Mick Moss, prima della colta e barocca
"White Dawn". I virtuosismi funambolici ma scorrevoli di
"Kaleidoscope" avrebbero fatto invidia anche a
Keith Emerson, così come la scrittura moderna e impressionista dell'accoppiata
"Eidolon"/"Into The Void". Quando sento un ostinato in 5/4 non riesco a non pensare a
"Tarkus", ma fortunatamente in
"The Room" c'è il sax di
Theo Travis a distrarmi.
"Confluence" è il primo brano con
Steve Hogarth, ed è un episodio deboluccio, troppo lungo e soporifero nonostante la coda da incorniciare, al contrario della successiva e mirabolante
"Constellation/The Bell" (ma siamo sicuri che Kolyadin abbia solo due mani? ndr). La pazzesca
"Echo/Sigh/Strand" - che mette a sistema musica da film, Bach ed elettronica - sfocia in
"Penrose Stairs", versione "piano-driven" dei King Crimson (non a caso c'è
Gavin Harrison dietro alle pelli).
"Storyteller", con il riconoscibilissimo (e forse fuori luogo)
Jordan Rudess, non è particolarmente memorabile, così come la conclusiva
"The Best Of Days", bella canzone cantata nuovamente da
Steve Hogarth che però non regge il confronto con quanto ascoltato fin qui.
No words.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?