Possiamo dire che i
Labyrinth siano probabilmente la band metal più completa, costante e dotata di sempre di tutto il panorama italiano?
Possiamo affermare che "
Return to Heaven Denied" uscito nel 1998 su
Metal Blade sia un capolavoro EPOCALE di classic metal, capace di coniugare eleganza, potenza, tecnica, maestria e pathos in maniera assolutamente unica e quasi irripetibile?
Se possiamo non lo so ma io mi arrogo totalmente questo diritto e sono qui a celebrare, al pari della
Frontiers, il ventennale di quest'opera d'arte tramite "
Return to Live", la trascrizione discografica dell'evento tenutosi in quel di Trezzo, precisamente al sempiterno Live Club, location nella quale si svolse il
Frontiers Metal Festival il 30 Ottobre del 2016.
"
Return to Live", che esce in pluriformato (
Blue-Ray,
DVD ed audio), offre ovviamente "Return to Heaven Denied" suonato nella propria interezza ed in fila, come su cd, e presentava quella che poi è diventata la lineup attuale dei Labyrinth, con i nuovi
Mazzucconi,
Macaluso e
Smirnoff in sostituzione dei protagonisti di allora, ovvero
Cristiano Bertocchi,
Frank Andiver (
LUI continuerò a chiamarlo per sempre con questo fantastico nome d'arte) ed
Andrea De Paoli, oltre ovviamente alla sacra triade
Tiranti/Cantarelli/Thorsen (
l'altro che per me si chiamerà sempre così all'anagrafe, e basta).
Avendo avuto l'occasione fortunata di vederli nuovamente dal vivo dopo tantissimi anni a maggio 2017, i Labyrinth mi hanno letteralmente pettinato e riportato alla memoria quanto dal vivo fossero pazzeschi, energici e delicati a seconda del momento: ovviamente "
Moonlight" e "
Thunder" sono degli inni al power metal più battagliero e puntualmente ci perdo la voce (no, non anche a casa!), ed il poker immortale rappresentato da "
New Horizons", "
The Night of Dreams", "
Lady Lost in Time" e "
State of Grace" rappresenta il sogno bagnatissimo e proibito del 98% della scena mondiale.
Rimangono i due miei brani preferiti della loro storia, che o per empatia musicale o per ricordi dell'epoca saranno per sempre la colonna sonora della mia vita, ovvero proprio la raffinatezza di "
Heaven Denied" e la rabbia di "
Die For Freedom", peraltro caratterizzata da una trasposizione live davvero particolare e "magica", grazie specialmente alle tastiere del sempre immenso
Smirnoff, come peraltro il resto della band, finalizzato dalle strepitose vocals di
Tiranti.
Il compito della chiusura viene affidato ad "
In the Shade", tratta dal primissimo "
No Limits" cantata da uno sconosciuto
Joe Terry (:D) e poi riproposta nell'EP "
Timeless Crime", uscito nel 1999, e cantata dallo stesso Tiranti.
Sinceramente non ho molto altro da dire, chi ama il metal ma principalmente chi ama la buona (eccellente) musica conosce già questo disco ed il valore, il significato che esso ha portato 20 anni fa ed oggi continua a trasmettere insieme alla band: il valore della
MUSICA in mezzo ad un mare di plastica o di sterco, sin da "
Piece of Time" fino all'ultimo "
Architecture of a God".
Il resto lo lascio agli ignoranti, con cui non ho nulla a cui spartire.
Immensi Labyrinth.