Gli
Audrey Horne hanno la capacità di essere semplici ma dannatamente efficaci con il loro hard/heavy quadrato, essenziale, senza fronzoli ma sempre fresco ed energico
Nei loro dischi non trovate filler ma canzoni in grado di scuotervi e farvi battere il proverbiale piedino ed è il caso anche di questo ultimo "
Blackout" , 12 canzoni la cui miglior definizione è "rock'n'roll", duro e semplice
Se l'opener "
This Is War" col suo riff di stampo maideniano apre le danze senza esaltare eccessivamente, è dalla seconda traccia "
Audrevolution", col basso martellante e chorus contagioso, che il disco decolla .
La titletrack è un rock cadenzato e piuttosto tranquillo nel quale si sentono anche le tastiere, con un finale in crescendo sorretto da un lungo e pregevole solo, "
This One" è anch'esso un brano tranquillo che prepara le orecchie per il primo highlight del disco rappresentato dal potente 4/4 "
Midnight Man" e sfido chiunque a stare fermo mentre lo si ascolta, impossibile non cantarlo.
Ma è con "
Light Your Way", introdotta da una batteria tribale, che il gioco si fa duro, con una canzone veloce nella quale l'hammond duetta con le chitarre riportandoci alla memoria i Deep Purple del periodo "Slave & Masters", seguono "
California" e "
Satellite " più tranquilla la prima ( ma con potente bridge centrale nel quale spiccano le "twin-guitars") e più incalzante la seconda col suo ritmo rock-dance
"
Naysayer" è un pugno nello stomaco col suo riff priestiano/maideniano e relativi assoli, "
Rose Alley" è un brano che ricorda Phil Lynott e i suoi Thin Lizzy , mentre in chiusura dell'album troviamo 2 bonus tracks "
Juggernaut" un roccioso hard rock sorretto da chitarre bollenti e "
The End" un'efficace ballad dalla melodia struggente ma dal bridge centrale elettrico e potente, una degna chiusura di un disco sorprendente nella sua semplicità di fondo.
Consigliatissimo.
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