I veneti
Fenriver si affacciano alla convulsa scena discografica contemporanea con un
sound duro e pesante, impreziosito da atmosfere psichedeliche e scosso da brandelli d’impeto iconoclasta, figlio del
grunge primigenio quanto dello
stoner, spruzzato di
hard-core e fomentato da un crogiolo ispirativo che va dai Soundgarden ai Kyuss, passando per My Sister’s Machine e Red Fang.
“
Δ” è un
Ep piuttosto efficace e coinvolgente, rabbioso e magnetico nel suo alternare con disinvoltura e attitudine squarci dilatati e ipnotici (“
Morphine dose blues”), frammenti di possente
hard-blues (“
Beyond the storm”, in cui l’influsso di un gruppo come i Cactus appare abbastanza significativo), brillanti incursioni in madrelingua (“
Il vortice”, un “esperimento” assai riuscito, da replicare assolutamente …) e viaggi cangianti e lisergici (“
In solitude”, ottimo anche qui il
break in italiano, retaggio di una scuola
HC di grande blasone), il tutto gestito con sapienza compositiva, carica espressiva e perizia esecutiva da una formazione che ha i mezzi e la versatilità per fare bene anche sulla lunga distanza, conservando un approccio "
senza compromessi, né più vanità!" (
cfr. la trascinante “
Il vortice”) … nell’attesa, segnamoci il nome dei
Fenriver sul taccuino riservato agli emergenti di notevole prospettiva.
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