Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:41 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. SPECTRAL HORIZON
  2. MY ESCAPE
  3. THE ESSENCE
  4. ONLY MOMENTS
  5. LA PRIMAVERA NO LLEGARA ESTA VEZ
  6. ...IN THE DAWN
  7. THIS: OVER.
  8. MY DESTINY

Line up

  • Ausk and B.: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Del fatto che il black fosse un genere multiforme e per nulla statico non ho mai dubitato. Nel contempo, se vent’anni fa mi fossi imbattuto in un novello Marty McFly proveniente dal 2018, e questi mi avesse spifferato alcuni dei sentieri sonori poi effettivamente imboccati dal Metallo Nero, beh… avrei dubitato della sua sanità mentale.

Invece eccomi qui, pronto a recensire l’ennesimo lavoro formalmente estremo ma sostanzialmente privo di qualsivoglia afflato di malignità o cattiveria.
La musica dei Coldawn, in effetti, materializza crepuscolari paesaggi autunnali, e pizzica le corde di sentimenti quali nostalgia, sconforto e malinconia, evocati attraverso un sound ibrido a cavallo tra il DSBM più petaloso e lo shoegaze.

Pensate ad una jam session tra Ghost Bath, Alcest, An Autumn for Crippled Children, Deafheaven e Germ (in effetti Tim Yatras fa una comparsata in veste di guest) ed avrete una sommaria idea del contenuto di “…In the Dawn”.
Quella della jam, tuttavia, non è la più calzante delle immagini, posto che i Nostri lasciano ben poco spazio all’improvvisazione, ma anzi investono molto su elaborazione e ricchezza degli arrangiamenti: orchestrazioni, tappeti di keyboards, intro pianistici (peraltro poco convincenti), voci femminili (ancor meno convincenti) forniscono alle composizioni una veste stratificata e sontuosa.

Anche sotto il profilo compositivo, per quanto mi riguarda, si rimane invischiati nel pantano del bene ma non benissimo: le melodie funzionano, carica evocativa e impatto emotivo non mancano, così come i momenti davvero ispirati (penso alla struggente coda di “My Escape” o all’amara frenesia di “Only Moments”).
Purtroppo, a tali pregi fanno da contraltare banalità (l’intro acustica “Spectral Horizon”), prolissità (gli incipit della title track e di “The Essence”) e cadute di stile (le stucchevoli sdolcinerie di “La Primavera No Llegara Esta Vez”).

Ne esce un lavoro con luci ed ombre, senz’altro capace di soddisfare gli amanti del blackgaze, ma ben difficilmente in grado di esaltarli.
… In the Dawn”, a mio umile avviso, va comunque rubricato come esordio positivo, ed i Coldawn come band dal buon potenziale e meritevole di una chance.
Vi tengo d’occhio…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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