A mio personalissimo parere, l’importanza degli
Autopsy nella nascita e sviluppo del death metal come oggi lo conosciamo è fin troppo sottostimata.
La band di
Chris Reifert, col suo ineguagliabile stile catacombale e malato, ha influenzato generazioni di musicisti estremi che ne hanno seguito più o meno pedissequamente i passi riuscendo, in alcuni casi, ad essere “più Autopsy degli Autopsy stessi”.
Questo è il caso degli americani
Ossuarium, quartetto tutto nuovo che debutta sulla scene con questo interessantissimo tre pezzi,
“Calcified trophies of violence”, pubblicato su musicassetta (esatto!!!) dall’attenta
Blood Harvest.
Il lavoro del quartetto è davvero ben definito, intrigante, malato e ottimamente arrangiato tenuto conto anche della lunghezza superiore ai 6 minuti di due di tre brani contenuti sul nastro (
“Chapel of bones” e “Abhorrent Travesty on the Human Shape”).
Il quartetto si muove agilmente e con intelligenza fra rallentamenti e accelerazioni mentre il growl del chitarrista-cantante
Daniel Kelley tesse putrefatte trame di sofferenza, una autentica sorpresa per il sottoscritto, che non si aspettava certamente di avere fra le mani un putrido gioiellino di questa portata da una band alla sua prima apparizione.
Come potete immaginare, a questo punto aspetto con ansia il debutto sulla lunga distanza per poter esprimere un giudizio più completo sugli
Ossuarium, ma se questa è l’aria (fetida) che si respira al mattino...
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