Hypnos - Heretic Commando – Rise of the New Antikrist

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:36 min.
Etichetta:Einheit Produktionen

Tracklist

  1. NAILED TO THE GOLDEN THRONE
  2. INVERTED / CHASING THE APOSTLES
  3. CHOLERA / MOR
  4. BURNING AGAIN / HYMN OF ETERNAL FIRE
  5. ALLIANCE OF SNAKES / REPTILIAN CONCEPTION
  6. IN LOVE WITH DEATH
  7. DECADENCE / ART OF MODERN MISERY
  8. EXTREMELY DARK DAYS
  9. VERSUS THE VOID
  10. URBI AT MORBID / FAREWELL TO SANCTITY

Line up

  • Bronislav “Bruno” Kovarik: vocals, bass
  • Igor Hubik: guitars
  • Petr “Pegas” Hlavac: drums

Voto medio utenti

Se siete amanti del death metal in generale, e della scena europea in particolare, non potete non conoscere i Krabathor, band seminale della Repubblica Ceca. Questa premessa perché il fulcro degli Hypnos, e cioè Bruno e Pegas sono proprio ex membri della band dove ha militato anche il buon Paul Speckmann, quindi già da questa informazione potete farvi un’idea dello stile dei nostri. Dopo aver pubblicato tre full length, la band si scioglie, ma evidentemente il richiamo dei palchi è stato troppo forte, ed ecco quindi che il duo decide di tornare in pista nel 2010 con l’EP “Halfway to Hell”, a cui fa seguito proprio questo “Heretic commando – rise of the new antichrist”, un concentrato di death metal in pieno est european style come non se ne sentiva da un po’… Se amate queste sonorità non potrete che rimanere affascinati da quanto presente nel disco… Death metal senza compromessi, marcio e crudo, con una produzione decisamente al passo coi tempi, ma contemporaneamente dal sapore fortemente retrò, che dona ai brani quel sapore ‘antico’ che non guasta mai, il tutto accompagnato da liriche violente e anti cristiane come da copione, sottolineate e urlate a più non posso da un Bruno particolarmente ispirato con il suo growl… “Burning again”, “In love we death”, “Versus the void”, tutti brani che vi lasceranno annichiliti, sia nella sfuriate più veloci, sia nei monolitici mid tempo presenti qua e là… E siccome non stiamo certo parlando di pivellini ultimi arrivati, gli Hypnos inseriscono ogni tanto delle parti melodiche che arricchiscono il tutto, senza snaturare di una virgola il sound della band, e senza intaccare minimamente la compattezza e la durezza dei brani. Brani che, dal canto loro, suonano possenti e marziali, a tratti perfino epici, sorretti alla perfezione dal drumming terremotante di Pegas, così come dal riffing serrato di Igor Hubik, che si fa apprezzare, e parecchio, anche in fase solista, con interventi brevi ma incisivi. Del growl di Bruno si è già detto, resta cavernoso e satanico quanto basta, ma senza le esagerazioni tipiche, a volte, del genere, e come se non bastasse riesce ad arricchire i brani con linee di basso ipnotiche che vanno ad intersecarsi ottimamente ai riff di Igor. Insomma, gli ingredienti sono tutti al posto giusto, il songwriting è ispiratissimo, non vi resta altro da fare che andare ad acquistare l’album, una delle sorprese di questa prima metà del 2012. Un gradito ritorno quello degli Hypnos, che vanno ad arricchire ulteriormente la già florida scena death metal dell’Est d’Europa, una scena che giorno dopo giorno conferma di essere all’avanguardia a livello mondiale, e che continua a portare avanti le proprie idee e il proprio stile senza scendere minimamente a compromessi…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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