Karisma Records ristampa oggi quest'album uscito originariamente nel 2017. A quel tempo i
Jordsjø erano ancora un duo fondato - quasi per sfizio - da
Håkon Oftung (già membro dei
Tusmørke), ispirato al prog rock e all'elettronica tedesca dei Seventies.
I norvegesi appartengono a quella schiera di band per cui il tempo sembra essersi fermato a quella magica decade 1967-1977: la passione c'è e si sente tutta, ma io faccio sempre fatica a innamorarmi di questo genere di proposte
(se penso solo al successo che ha riscosso "From Silence To Somewhere" dei Wobbler mi metto le mani nei capelli, ndr).
Dopo la breve e bucolica
"Over Vidda" è la volta di
"Abstraksjoner Fra Et Dunkelt Kammer", palese tributo ai sopraccitati Wobbler, agli Änglagård, e ai classici imprescindibili come Genesis, Balletto Di Bronzo e compagnia bella.
"Finske Skogerà" richiama Jethro Tull e Focus, prima delle timbriche morbide e delle armonie/ritmiche spigolose di
"Jord I", un po' King Crimson del periodo
Wetton. Per
"Jord II" valgono i discorsi fatti per la traccia #2, mentre in
"La Meg Forsvinne!" si aggiungono al mix di influenze gli Yes (nel chitarrismo) e gli Atomic Rooster (nel break "organ-driven"). La chiusura è affidata all'inaspettata
"Postludium", episodio spaziale di scuola Tangerine Dream e
Klaus Schulze.
Dedicato - ancora una volta - agli inguaribili nostalgici.
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