Benchè il “boom” del Power Metal si sia ormai esaurito da diversi anni e sia sempre più difficile presentarsi sul mercato con un disco davvero interessante in questo genere musicale, sono ancora numerosi i gruppi che si cimentano nelle sonorità portate in auge dagli Helloween quasi vent’anni fa e rivitalizzate verso la fine degli anni Novanta dagli exploit di HammerFall e Rhapsody. Proprio a questo periodo risale la nascita dei Phoenix Rizing, formazione che in seguito alla pubblicazione di due discreti dischi fu costretta a cambiare vocalist e nome, optando per l’epicissimo monicker Highland Glory. Ebbi la fortuna di recensire la prima fatica di questa nuova band (il promettente “From the Cradle to the Brave”), ed ecco che dopo oltre due anni Jack-Roger Olsen e soci tornano sul mercato col nuovo “Forever Endeavour”, un disco che riprende fedelmente le sonorità Power Metal che avevano caratterizzato il debutto discografico dei cinque musicisti scandinavi. Non è certamente l’originalità il punto di forza degli Highland Glory, le dieci nuove composizioni non aggiungono assolutamente niente al sound della band e sebbene la qualità del songwriting sia generalmente soddisfacente, si avverte la mancanza della freschezza e dell’incisività che caratterizzavano i brani di “From the Cradle to the Brave”. Anche dal punto di vista tecnico gli Highland Glory si confermano una formazione nella media, priva degli interessanti spunti strumentali che hanno spesso fatto la fortuna di numerose band della scuola scandinava, e pure la performance del singer Jan Thore Grefstad, stilisticamente vicino ai singer della corrente Power tedesca, è assolutamente nella norma. Viene quindi a mancare un valido motivo per preferire il nuovo disco degli Highland Glory ad una delle qualsiasi uscite degli ultimi mesi, non basta di certo la presenza di tre interessanti cover (“Wild Child”, “Love Gun” e “The Trooper”) a fare di questo “Forever Endeavour” un acquisto consigliato. Una buona occasione sprecata.