Molto probabilmente alcuni di voi conosceranno
Chris Ulsh come batterista – e ultimamente anche come chitarrista – dei thrasher
Power Trip, ma in questa occasione ci occupiamo della sua altra creatura, ovvero quei
Mammoth Grinder che, giunti al quinto album, entrano a far parte della famiglia
Relapse.
E proprio da un’altra band del rooster
Relapse, gli
Iron Reagan, provengono gli altri due compari reclutati per realizzare
“Cosmic crypt”, ovvero
Mark Bronzino alla chitarra e
Ryan Parrish alla batteria.
A scanso di equivoci, diciamo subito che
“Cosmic crypt” è tutt’altro che esaltante ed è letteralmente monocorde, un death ‘n roll contaminato con tanto punk come già sentito più volte durante le nostre volatili esistenze e che difficilmente lascerà un segno profondo in questo 2018.
Potrei dirvi che si sentono qua e là elementi rubati ad
Autopsy e, soprattutto,
Repulsion, ma Ed è un peccato perché qualche spunto interessante lo si trova, peccato che si perda in una marea di ingenuità prevedibili e imperdonabili per dei musicisti esperti.
Album innocuo su cui non è necessario dedicare ulteriore tempo. Occasione persa.
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