Se sei un ultra-quarantenne, hai debuttato da poco, sei al secondo disco sulla prestigiosa (dai, vabbè)
Massacre Records e proponi le sonorità metalliche più classiche in assoluto (Priest, Saxon, Accept, Maiden...) il tuo è già un sogno che si avvera e puoi ritenerti soddisfatto.
Inutile girarci attorno, il quintetto svizzero degli
Headless Crown con il nuovo "
Century of Decay" non inventa niente, non sorprende nessuno, non stupisce per capacità tecniche o compositive ma riesce "semplicemente" a comporre una decina dicanzoni fatte di un metal piacevole, fedele compagno di spostamenti in auto o pulizie di casa.
Queste sono un pochino le somme che ho tirato dopo diversi ascolti del nuovo disco degli
Headless Crown, un disco che sembra avere tutto per far passare quaranta minuti in spensieratezza: ci sono riff muscolosi, una batteria quadrata, un cantante che ricorda abbastanza
James Rivera sui toni medi, il tutto al servizio di un metal che deve ogni nota ai nomi citati poco sopra, una sorta di tributo.
La band suona un po' meccanica (colpa della produzione probabilmente) e qualche volta commette qualche ingenuità o si dilunga in qualche passaggio non riuscitissimo ma, come dicevo, riesce a comporre un album che ha i suoi momenti piacevoli. Certo, non si discosta da centinaia di produzioni analoghe e non ha i numeri per spiccare e questo è un bel problema nel cercare di galleggiare nel mare delle offerte musicali.
Sicuramente se li dovessi trovare live in qualche locale li guarderei volentieri con una birra in mano buttando due urla ma, scegliere questo "
Century of Decay" da ascoltare a casa, in viaggio... mmh, diciamo che dopo un paio di passaggi passerei ad altro.
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