Copertina 8

Info

Anno di uscita:2018
Durata:non disponibile
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. ROCKET FREAK
  2. SOUL
  3. MINDFUCKER
  4. I’M GOD
  5. DROWNING
  6. EJECTION
  7. WANT SOME
  8. BRAINWASHED
  9. ALL DAY MIDNIGHT
  10. WHEN THE HAMMER COMES DOWN

Line up

  • Dave Wyndorf: vocals, guitar
  • Garrett Sweeny: guitar
  • Phil Caivano: guitar
  • Chris Kosnik: bass
  • Bob Pantella: drums

Voto medio utenti

Possiamo dire tranquillamente che quel vecchio fattone di Wyndorf stavolta è andato dritto al punto. Ha infatti scelto come titolo del nuovo album della sua band una parola che ne descive il contenuto in modo diretto e preciso: Mindfucker.

A cinque anni di distanza dal riuscito Last Patrol, i Monster Magnet spingono sul pedale della semplicità, con discrete dosi di psichedelia, cercando di ridurre tutto all'essenziale, andando a comporre un lavoro che ti fotte il cervello per la dipendenza che riesce a creare.
Allontanandosi ulteriormente da certo stoner tanto in voga, la band del New Jersey riprende la via del rock degli anni '70 sparandolo a voltaggi elevati ma senza colpire in modo duro e secco, utilizzando invece quella sinuosa seduzione spaziale che le chitarre vintage effettate e la voce magnetica di Dave sanno creare.

Per capire quello che dico provate ad ascoltare "I'm God", un perfetto esempio di suoni liquidi che poggiano su un basso potente e su ritmi quadrati, una canzone che si prende tutto il tempo, che non vede l'energia e l'immediatezza come scopo ma che vuole avvolgerti e farti muovere la testa in un limbo, staccandoti per qualche minuto dalla realtà. Non che "Drowning" sia da meno, anzi, è ancora più dilatata e sofferta, alternando un lato intimista a qualche esplosione elettrica. Se con i primi tre pezzi di Mindfucker la band vuole infatti esprimere il suo lato più diretto e propriamente rock 'n' roll, ecco che con i due brani appena citati i Monster Magnet mostrano un lato più personale.
L'equilibrio torna poi perfetto con "Ejection", riuscita cover dei maestri Hawkwind che serve a lanciare la diretta "Want Some", canzone dalle chitarre robuste, fatta di pochi riff ripetuti, cawbell ed energia. "Brainwashed" fa muovere prepotentemente il piede e le sue atmosfere da deserto chiamano a raccolta gli assetati di rock. Un giro di basso insistito fa poi da base per "All Day Midnight", e mentre le chitarre espandononell'aria l'odore dell'erba, Wyndorf dosa alla perfezione energia ed una sottile malinconia. Sensazioni che ritroviamo in parte anche sulla conclusiva "When The Hammer Comes Down", pezzo che però verso metà accelera, si gonfia mostrando i muscoli e schiaccia le teste degli ascoltatori come un post-sbronza colossale.

Mindfucker scorre liscio e durante l'ascolto quasi non ti accorgi del tempo che passa, si dimostra meno scorbutico, più delicato dei suoi due predecessori e non penso che ciò sia un male, anzi.
Questo disco potrebbe essere una colonna sonora perfetta da sparare nella notte al Burning Man, tra una canna e l'altra, mentre gli occhi stanchi vedono un paio di tette ballare attorno al fuoco attraverso il fondo del bicchiere e le stelle sopra la testa si mettono a girare.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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