Con il suo diciassettesimo studio album e a distanza di quasi trentanni dall'avvio della sua carriera solista dopo l'esperienza con gli Steeler,
Axel Rudi Pell dà una clamorosa sferzata al proprio sound abbandonando completamente l'Hard Rock d'ispirazione Rainbow che lo aveva contraddistinto sinora e stravolgendo completamente la formazione che storicamente lo accompagna. Un cambiamento che si evidenzia anche nell'artwork di copertina e nel nuovo logo della band.
Non ci credete nemmeno voi, vero?
Già, "
Knights Call" non schioda di una virgola lo stile del biondo chitarrista tedesco, e ad accompagnarlo ritroviamo i "soliti"
Ferdy Doernberg (tastiere),
Volker Krawczak (basso),
Bobby Rondinelli (batteria) e soprattutto un grande
Johnny Gioeli alla voce. Dimenticavo... anche la copertina è nel più classico stile sword and sorcery, realizzata, come per le altre più recenti uscite di Axel Rudi Pell, da Martin McKenna.
Sul disco, rispondono così all'appello i soliti richiami ai Rainbow, sempre presenti e che sulla conclusiva "
Tower of Babylon", scopriremo andare a braccetto ai Led Zeppelin, o quelli ai Deep Purple ("
Wildest Dreams"), l'intro ad effetto, un eccezionale brano strumentale ("
Truth and Lies"), esaltanti momenti epici ("
The Crusaders of Doom"), qualche passaggio scontato e non particolarmente brillante ("
Long Live Rock" o "
Follow the Sun"), ma anche quegli episodi e passaggi lenti ed emozionanti ("
Beyond the Light" su tutti) che danno la possibilità a
Gioeli di mettere in mostra tutti i colori della propria voce, che si rivela come l'arma vincente del disco, addirittura forse più della chitarra di
Pell.
"
Knights Call" non sarà il migliore disco nel carniere di (degli)
Axel Rudi Pell, ma non è di certo da collocare tra quelli meno riusciti.
United we stand together ... long live rock
Metal.it
What else?
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?