Gli svedesi Bullet sono attivi da ben 17 anni per cui sicuramente possiamo parlare di "
abili mestieranti", per usare un brutto termine
Non hanno mai raggiunto vette di popolarità al di fuori della terra madre e questo è ascrivibile, secondo me, al fatto che per anni la loro proposta musicale è stata essenzialmente una coverizzazione degli Ac Dc.
Devo però dire che già col precedente "
Storm Of Blades" il loro sound si era spostato su coordinate più classic-metal, ed ora con l'ultimo "
Dust TO Gold" la via intrapresa si riconferma decisamente questa.
Già dall'opener "
Speed And Attack", che ricorda "
Fast As A Shark" degli Accept, il sound si muove su solidi riff metal quadrati e compatti, su una linea ritmica basso-batteria lineare e pulsante, sui quali si erge la voce stridula e sonante del buon Dag Hofer che è un pò l'anello debole della catena, a mio avviso; davvero il suo timbro non mi entusiasma
Le successive "
Ain't Enough" e "
Rogue Soldier" sono mid tempo classici un pò alla Saxon-style, "
Fuel The Fire" risulta priestiana così come la sostenuta "
One More Round" che sembra uscita da "
Stained Class".
Reminescenze di Accept era Udo in "
Highway Love" e nella veloce "
Screams In The Night"Ottima anche la veloce "
Hollow Grounds" che si muove su una linea basso/chitarre quasi speed-metal e con un chorus anthemico, chiude la titletrack un pezzo cadenzato e potente con delle ficcanti twin guitars nel solo centrale
Insomma, se Accept, Saxon e Judas Priest sono ora i riferimenti principali, è altrettanto vero che i Bullet riescono a non annoiare, proponendo un songwriting si derivativo ma fresco, energico e ben suonato.
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