Copertina 8

Info

Anno di uscita:2018
Durata:57 min.
Etichetta:BMG

Tracklist

  1. EAT THE ELEPHANT
  2. DISILLUSIONED
  3. THE CONTRARIAN
  4. THE DOOMED
  5. SO LONG, AND THANKS FOR ALL THE FISH
  6. TALKTALK
  7. BY AND DOWN THE RIVER
  8. DELICIOUS
  9. DLB
  10. HOURGLASS
  11. FEATHERS
  12. GET THE LEAD OUT

Line up

  • Maynard James Keenan: lead vocals
  • Billy Howerdel: lead guitar
  • James Iha: rhythm guitar
  • Matt McJunkins: bass
  • Jeff Friedl: drums

Voto medio utenti

"...c’è una specie di sgretolamento economico _evidentemente_ i musicisti lo sentono..."
7:23

Agli Antipodi: siamo alla stagione della Vite. Keenan-Howerdel non devono nemmeno attraversare l'Inverno.

ETE... è più ellittico che iperbolico. Ha più Area di King Crimson, e, nelle sue lievi contraddizioni, più Stratos di Battiato. Addirittura più 'Guccini-Borges'* di Deftones e Ulver o Soen.
Più ulivi che legumi: meno invasivo e rampicante. "Più" Thirty Seconds to Mars che "meno" Thirty Seconds to Mars. Meno trascendente di quando i mammiferi accorpano l'assenza divina.
Se amate gli opposti non troverete Ikea, tantomeno, telepathie aborigene: questa, apparente imponderabilità, è il pneuma: ssegno stesso dell’opera.



L'anima è questa cosa che ci chiede se l'anima esiste
Mario Quintana




Scriver su APC è come organizzare la sagra della Cera mentre la band effonde la propria autenticità.
(Voi) Picchiate pignatte zeppe di miele, gettate palline di propoli in acquari, tirate funi di gommapiuma, fate la statua vivente di notte
- pretendete che in cima alla festa segga David Lynch...Che il sottofondo sia più Swans che Coldplay e che le lucciole siano libere associazioni -

Maynard è cynico col maschile, con i governanti che ottenebrano il mondo, con il suo agire profondo annodato tra abbandono e perenne divenire. Bill è metodico, austero ma Neutro, gaio e sottile nel risuonare con la parte di mondo incantata. Insieme incarnano la mancanza. La faccia eclissata, la mistica del raccordo fuori città, i nuclei di LeviStrauss
Gli APC sono traduttori dell’Anzi!
Restituiscono laicità alle onde in studio. Il loro senso madido di stare in contatto con quante più dimensioni possibile è, di fatto, una cibernetica sonora.
Non vi è alcun percorso dottrinale o sommo (Eno*) e nemmeno un'inclinazione, scientemente tecnica, nel sovrapporre stilemi per raffinare un’artificio barocco-pacchiano, bowiano.

Ne risulta un percorso netto, privo di rituali o accidenti. Ciascun* rimane liber* di trarne quel che serve. (Quel che viene dopo è rumore!). Il disco, il simbolo, la critica stessa non sono che fortunate rarefazioni. Ci sono passaggi sublimi che a parole entrano nella psiche per risiederci. Altre frasi che abitano l'ovunque. Non ci mascheriamo nel saggio... che intravede la più flebile cataratta:
gli APC, di questo corso, hanno creato stupore!
Da qui, abbiamo le stesse viscere infuocate di Mer de Noms e la dopamina imprigionata nel II cervello di Thirteenth Step .
Ora, un pezzo alla volta, digeriamo smarrimenti e Paura. Accanto a questa cocccoloonaaaaa

È un album che resterà aldilà delle attitudini e degli ascolti, che supera la distruttività per rompere le scatole al cielo...


La mia poesia più bella?
Io non la scrissi.
Emerse dal profondo degli abissi.
La tacqui


Mascha Kaléko





"Pu§hit"
Recensione a cura di Marco Pastagakio Regoli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 apr 2018 alle 10:39

Davvero molto bello :)

Inserito il 21 apr 2018 alle 12:07

non posso che sottoscrivere ogni singola parola...anche se non l'ho ancora ascoltato e non ho un vocabolario ben fornito come Marco... ;-P

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