Ascolti i
Perfect Plan e ti rendi conto di quanto sia difficile confutare la tesi che in Europa sono gli scandinavi “a farlo meglio”.
Ovviamente stiamo parlando del
rock melodico e anche se oggi la nostra
Italietta ha ridotto di molto le distanze e la competizione con le
Isole Britanniche continua a essere spesso ardua (e non solo per questioni di storica “sudditanza” …), c’è poco da fare … sono ancora le
Terre del Nord a insistere nel produrre costantemente rivelazioni di grande spessore artistico, capaci di (ri)scrivere e (re)interpretare con innata vivacità gli archetipi del genere.
Grazie alla consolidata e comprovata competenza della
Frontiers Music, che li ha scovati in quel di
Örnsköldsvik (!), l’ingente reparto di
scandi-chic-rockers può contare su un nuovo agguerrito elemento, degno epigono di Treat, Europe, Da Vinci e Skagarack.
In “
All rise” troverete ovviamente pure inevitabili rimandi all’imprescindibile tradizione statunitense (Journey, Giant, Survivor, …), il tutto irrorato da una classe davvero generosa e da un’intelligenza melodica molto spiccata, caratteristica esclusiva dei migliori rappresentanti del settore.
Del resto, quando si può contare su un “capitano” come
Kent Hilli, in grado di combinare nella sua ugola faville dei registri vocali di
Joey Tempest,
Chris Ousey e
Jimi Jamison, l’operazione “espugnazione sensoriale” appare leggermente più agevole, ma sarebbe comunque ingeneroso sminuire il valore dei suoi compagni, tutti assai abili nel fornire il loro prezioso contributo esecutivo.
E “poi” ci sono le canzoni, piene di armonie cristalline, di sfarzosa presa emotiva e del giusto “peso specifico”, a cominciare proprio dall’atto d’apertura “
Bad city woman”, una sorta di Bad English in vacanza nel
Norrland.
“
In and out of love” fomenta ulteriormente la malia con una sontuosa atmosfera notturna, “
Stone cold lover” unisce la grinta del
class-metal con la prorompente forza evocativa dell’
AOR, mentre la suggestiva “
Gone too far”, l’effervescente “
What goes around" e la sinuosa “
What can I do” espongono la vena maggiormente
bluesy del gruppo, sulle piste di Whitesnake, Giant e Heartland.
Lo spirito benigno di Europe e Treat aleggia sulla splendida "
Too late”, pezzo che in “altri tempi” avrebbe potuto fare sfracelli e se "
Can’t turn back” è un altro frizzante episodio di
rock adulto, sulla medesima linea espressiva, è la successiva "
Never surrender” a estasiare i timpani in virtù di una straordinaria capacità di transcodifica dell’inarrivabile maestria Survivor-
iana.
All’appello di una pressoché incondizionata menzione d’onore mancano infine le scosse
hard-rock della trascinante “
1985” e il “modernismo nostalgico” di “
Heaven in your eyes” (non lontano da certi Brother Firetribe), a completamento di un disco che rinfresca, tonifica lo spirito ed emoziona in maniera ampia e profonda.
Con i
Perfect Plan la reputazione del
melodic-rock nordico è sicuramente in buone mani … non fateveli sfuggire.