Il nuovo disco dei Novembers Doom è un piccolo gioiello che sa miscelare tutte le varie declinazioni del doom metal, infondendogli un tocco tutto personale che impreziosisce il tutto.
Si parte con la title track, “The Pale Haunt Departure”, un bel concentrato di riffs heavy e vocals profonde ed aggressive, pervaso da una strisciante e subliminale malinconia, la quale trova più spazio nella successiva “Swallowed By The Moon”, dove fanno la comparsa delle spoken words molto inquietanti. “Autumn Reflection” è introspettiva, intensa, un pezzo dai riflessi autunnali, ricca d’atmosfere e di pathos, frutto delle clean vocals del singer, davvero molto espressive. “Dark World Burden”, dopo un inizio arpeggiato, esplode con fragore, ritmicamente sostenuta, ma con oscure aperture melodiche che richiamo i Tiamat di “A Deeper Kind Of Slumber”, mentre “In The Absence Of Grace” inizia con chitarre acustiche, prima del solito maelstrom di malinconia e vocals aggressive, il che rende ancora più bello l’intermezzo di nuovo acustico.
La song forse più malinconica, intima e intensa è “The Dead Leaf Echo”, un pezzo dove i contrasti acustici-elettrici assurgono a state-of-art di una sinfonia dello spleen. Davvero superba.
Il disco va a chiudere con la fragilità di “Through A Child’s Eye”, altro pezzo incredibile con richiami settantiani, come guardare il mondo dagli occhi tristi di un bambino, e con “Collapse Of The Falling Throe” il saluto finale ad un mondo che si sta eclissando, e l’epitaffio ad un disco veramente bello, struggente ed intenso.
Questo disco merita davvero l’attenzione degli amanti della musica raffinata, di classe, della musica che sa dipingere paesaggi suggestivi sull’anima.
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