Shadygrove - In The Heart Of The Scarlet Wood

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:47 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. SCARLET WOOD
  2. MY SILVER SEAL
  3. THE PORT OF LISBON
  4. EYE OF LOVE
  5. THIS IS THE NIGHT
  6. CYDONIA
  7. NORTHERN LIGHTS
  8. LET THE CANDLE BURN
  9. QUEEN OF AMBER

Line up

  • Lisy Stefanoni: vocals, flute
  • Fabio Lethien Polo: violin
  • Matteo Antoni: guitar
  • Davide Papa: bass
  • Elena Crolle: keyboards, orchestral arrangements
  • Simone Morettin: drums, ethnic percussions

Voto medio utenti

Non era poca la curiosità che avevo provato prima di poter ascoltare l'album d'esordio degli Shadygrove, soprattutto alla luce delle precedenti esperienze dei sei musicisti che ne fanno parte, che nel tempo li ha visti spaziare dagli Evenoire ed Elvenking a Sound Storm, Revoltons e MaterDea.

Beh, curiosità ben presto appagata: già l'iniziale "Scarlet Wood" chiarisce subito che quello che si ascolterà su "In the Heart of Scarlet Wood", pur non ignorando le singole passate esperienze che fanno saltuariamente capolino, è un Folk magico, solare e solo talvolta malinconico, con toni celtici e medioevali, largamente acustici e mai invasivi, per una proposta che troverà non pochi consensi tra gli appassionati dei Blackmore’s Night, ma anche di Eluveitie e MaterDea, e perchè no di Loreena McKennitt.
"My Silver Seal" aggiunge al Folk dell'opener un tocco quasi alla Cranberries, per un approccio quasi Pop nel cantato, sia nella voce solista dell'ex frontwoman degli Evenoire, Lisy Stefanoni, sia a livello dei cori. Il gran lavoro fatto a livello vocale è, infatti, ben evidente e palpabile, risultando fondamentale per dare quel quid in più a brani che comunque già a livello compositivo e strumentale sfiorano l'eccellenza, certo che Lisy Stefanoni riesce ad esprimere quei colori e il calore che scopriamo trasmettere episodi come "Cydonia" o la conclusiva "Queen of Amber". Ma anche il violino di Fabio “Lethien” Polo (Elvenking) lascia la sua impronta, indelebile. come ad esempio su uno dei momenti più danzerecci del disco: "The Port of Lisbon", o nella sognante "Eve of Love" che segue a ruota. Tuttavia, dovessi suggerire un brano per approcciarsi agli Shadygrove, punterei su "Northern Lights", per la sua forza corale e quel tocco epico e fortemente emozionale che riesce a sprigionare.

Una realtà emergente ma che spero trovi i propri spazi e possa offrire continuità, anche a livello di concerti, dopo questo gran bell'esordio.

Ancora una volta la Rockshots Records fa centro.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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