Nirnaeth - The Extinction Generation

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:67 min.
Etichetta:GDC Rock Promotion

Tracklist

  1. WE FORGET TO THINK
  2. MOBY DICK
  3. THE EXTINCTION GENERATION
  4. BLIND HATE
  5. BLITZKRIEG BOP
  6. THE FATAL BLAME
  7. A BETTER REVOLUTION
  8. MORS TUA VITA MEA
  9. THE HUMAN BANKRUPT
  10. THE ROOT OF EVIL
  11. TEN YEARS AFTER (BONUS TRACK)
  12. THE FATAL BLAME (BONUS TRACK)
  13. THE ROOT OF EVIL (BONUS TRACK)
  14. EPITAPH (BONUS TRACK)

Line up

  • Marco Lippe: vocals, drums
  • Danny Nicoli: guitar
  • Luca Algeri: bass
  • Elena Lippe: vocals

Voto medio utenti

Storia lunga e travagliata, quella dei bergamaschi Nirnaeth. Nati nel 1990, si affermano presto come una delle realtà thrash metal più interessanti del panorama nazionale. Pubblicano il loro album d’esordio “The Psychedheavyceltale In 8 Movements” nel 1998, dividono il palco con nomi quali Extrema, Jester Beast, Strana Officina, Skanners, Cradle of Filth, ma si sciolgono improvvisamente nella primavera del 2000. Da qui comincia tutta una serie di progetti alternativi guidati da Lippe, reunion e cambi compulsivi di line-up, fino ad arrivare al 2015 quando viene realizzato questo secondo lavoro, che adesso trova distribuzione e promozione grazie a GT Music e GDC Rock Promotion.
Il disco comprende cinque brani storici del gruppo, quattro tracce nuove, una cover (“Blitzkrieg Bop” dei Ramones) ed alcuni pezzi rimasterizzati risalenti agli albori della carriera. Lo stile è chiaramente ispirato al thrash americano della metà degli anni ’80, con qualche pennellata heavy’n’roll e tocchi di extravaganza voivodiana (e voi sapete quanto amo i Voivod ...nda). Ad esempio ci sono brani spezzacollo come “We Forget To Think” e “The Fatal Blame”che mi ricordano i primi Exciter per il loro impatto tellurico ed epidermico; in altri casi, vedi “Mors Tua Vita Mea” o “The Root Of Evil”, l’influenza degli autori di “Dimension Hatross” e dei loro percorsi ipnotici e frastagliati diventa palese. Discorso a parte merita la lunga “Moby Dick”, cantata in italiano da uno ieratico Lippe, che trasporta in una dimensione di cupa follia metallica il racconto di Melville.
Da segnalare ancora la presenza di Elena Lippe, sorella di Marco e vocalist degli emergenti Feronia.
Un disco da consigliare caldamente agli amanti del thrash poderoso ed evoluto, adrenalinico ma ricco di soluzioni stilistiche, nella speranza che ora la band orobica possa trovare quella continuità mancata in passato.

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Inserito il 04 mag 2018 alle 01:47

daje stonerman!

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