Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:41 min.
Etichetta:Behemot
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. COLD HUMAN WASTELAND
  2. BEWILDERING FLAMES
  3. TO THE COLD GRAVE
  4. WHEN SHADOWS SWALLOW THE CANDLES
  5. GATHERING IN THE WOODS
  6. THE WOMB
  7. REIGN OF CHAOS
  8. HATE AND AGONY
  9. BEYOND SLUMBER OF MAN´S DEATH
  10. DESOLATION LEAD THE FEVERS
  11. THE SPHERE OF DARKNESS
  12. A NAME IN THE BLACK WATER

Line up

  • G. Bartanen: vocals, guitars
  • M. Minkkinen: drums, guitars
  • Zorn: bass

Voto medio utenti

E' divertente notare come i nomi aggressivi scelti da alcuni gruppi black metal possano avere significati meno truculenti se guardati in un'altra ottica. I finlandesi Pestiferous mi fanno pensare più ad un bambino vivace che fa disperare i genitori, che a portatori di morte e devastazione. Tuttavia le foto interne al booklet dovrebbero essere invece più chiare nel dimostrarci le vere intenzioni della band scandinava... A dire il vero era tanto tempo che non ascoltavo un album del genere, e questo ha permesso a "Deep Dark Seasons" di guadagnare qualche punticino nella mia classifica personale. Finalmente qualcuno che suona ancora black metal old style, di quello che predilige l'atmosfera e ama muoversi su velocità più rilassate. E fortunatamente non crede che per essere retrò si debba avere una produzione volutamente grezza e sporca. "Deep Dark Seasons" invece suona bene, e in maniera anche abbastanza interessante: i tre ragazzi scandinavi sanno come muoversi sulle coordinate standard, rendendosi autori di qualche riff dissonante che non ha nulla da invidiare ai classici del genere. Per l'uso particolare della voce, e qualche accenno di melodia, possono venire alla mente anche i mitici Dissection, pur senza scomodare il leggendario capolavoro di questa band. Non è tutta e sola atmosfera, comunque, perchè i Pestiferous sanno quando puntare sul groove, ed avvicinarsi tendenzialmente a quel black'n'roll che va tanto di moda ultimamente, pur senza assimilarne gli eccessi. C'è anche un pizzico di coraggio tra le note di "Deep Dark Seasons", con quegli assoli alternati tra i due chitarristi che lacerano la bella "The Womb", vicina al thrash più becero in alcuni punti. Tecnicamente rimaniamo nella sfera della semplicità, nonostante il batterista si dia da fare per aggiungere un pizzico di varietà alle già abbastanza dinamiche composizioni. Tutte queste caratteristiche ne fanno un dischetto interessante per i die-hard fans del genere, mentre tutti gli altri possono anche fare finta di niente e passare oltre.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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