Prendete Bonnie Tyler, Kenny Loggins, i Def Leppard di "Hysteria" ed i Whitesnake di "1987", miscelate il tutto accuratamente ed aggiungetevi una produzione dei nostri giorni: questo (ed anche altro) è "
Higher and Higher" il debut album (incredibile!!!) degli
Heartwind licenziato da
AOR Heaven.
Ma chi sono questi
Heartwind?
Scorrendo la lineup si sarebbe tentati di definirli il classico supergruppo: abbiamo membri di band quali Constancia, The Poodles, Token, Narnia ed Essence of Sorrow a supportare questa ipotesi, ma come spesso accade la prima impressione è sbagliata. In realtà la band è frutto del desiderio mai sopito di due amici di lunga data,
Goran Engvall e
Mikael Rosengren, di dare vita all'album di hard rock melodico (la passione che li ha accomunati per più di 15 anni) che avrebbero voluto ascoltare nelle loro esistenze.
E così, dopo aver lavorato per un anno e scritto oltre 15 brani ed essendo convinti che il cameratismo (oltre al talento) sia fondamentale per la buona riuscita di una nuova band, i due hanno reclutato ottimi musicisti per il loro progetto:
Peter TrumPeter Svensson dietro le pelli,
Germán Pascual in qualità di singer, il virtuoso della sei corde
Martin Hall e l'incredibile
Germain Leth al basso.
Come se non bastasse in qualità di guests nel disco possiamo trovare le splendide voci di
Tåve Wanning (Adrenaline Rush) e
Nina Söderquist (Bjorn Skifs/Badrock) ed il tocco di
Janne Stark (Grand Design, Mountain of Power): direi che il gioco è fatto!
"
Higher and Higher" è un tuffo nel passato, un balzo indietro di almeno 20 anni nella scena AOR, un'operazione nostalgia condotta con una classe sopraffina.
Il lotto di canzoni non ha punti deboli: si parte con la titletrack che per sound, arrangiamenti, linee vocali richiama chiaramente il gruppo di Coverdale e così con il successivo mid tempo "
Cry out into space" che si fa apprezzare per i duetti vincenti tra le due asce che si rincorrono durante tutto il brano.
La veloce "
Ready for the Moonlight" offre forse la migliore interpretazione di
Germàn Pascual (che -sia detto per inciso- ho apprezzato più in questo disco che in tutta la discografia dei Narnia) sostenuto da un chorus efficacissimo; in un disco del genere non può mancare una ballad strappalacrime ed infatti "
One night away from you" assolve magnificamente al compito.
Gli echi di "Total eclipse of the heart" sono evidenti così come innegabile è la classe dei duetti tra le due vocalist ospiti.
Potrei continuare l'analisi track by track ma rischierei di annoiare: come dicevo più in alto non c'è un filler in "
Higher and Higher" ed anzi si prosegue sempre in crescendo (ascoltare in sequenza "
Through the Light", "
Creatures of the night" e "
Don't be that girl" per credere) sino al finale di "
Game of love" che - sebbene abbia un songwriting decisamente poco ispirato - risulta spudoratamente coinvolgente grazie ad un refrain ammiccante ed al ritmo trascinante.
Il rock melodico non rientra (più) tra i miei ascolti preferiti ma - chiamatemi nostalgico, nerd o quant'altro- quando sento un disco che mi trascina con questa classe e talento indietro nel tempo lottare con i brividi che mi attraversano diviene impresa vana.
Ed abbandonarmi ai ricordi diviene inevitabile.
Lunga vita agli
Heartwind!
Heartwind - "
Higher and Higher"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?