Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:40 min.
Etichetta:Hellsquad
Distribuzione:V2

Tracklist

  1. SITTIN' PRETTY
  2. MF FROM HELL
  3. LADY
  4. HARMONIC GENERATOR
  5. WHAT WOULD I KNOW
  6. AT YOUR TOUCH
  7. FINK FOR THE MAN
  8. IN LOVE
  9. YOU BUILD ME UP (TO BRING ME DOWN)
  10. FREEZE SUCKER

Line up

  • Christian Datsun: vocals, guitars
  • Phil Datsun: guitars
  • Dolf de Datsun: bass
  • Matt Datsun: drums

Voto medio utenti

Credo che uno degli effetti più positivi della globalizzazione lo subisca la musica. Con il continuo dilatarsi dei confini culturali e mentali (ahimè quelli fisici permangono), oggi giorno si ha la possibilità di venire a contatto con espressioni e tradizioni molto diverse fra loro. In musica, una delle forme espressive più alte dell'identità culturale di una nazione, tutto ciò si traduce con la scoperta di scene musicali prima nascoste ai più ed ora sotto le luci dei riflettori di mezzo mondo. Basti pensare ultimamente all'esplosione e al fermento che anima una terra glaciale come l'Islanda, foriera di ottimi talenti (su tutti la celebre Bjork e i Sigur Ròs, che con il nuovo album uscito in questi giorni, sono sicuro faranno il botto). Questo pamphlet per condurvi all'estremo opposto (letteralmente!) e precisamente in Nuova Zelanda, luogo di provenienza di questi Datsuns, ultima sensation "kiwi" dopo i responsi positivi ottenuti dai conterranei D4. Due facce della stessa medaglia: intimista ed elettronica la proposta dei gruppi islandesi, torrida e terribilmente elettrica la proposta dei The Datsuns. Mi hanno ricordato la sfacciataggine e la sfrontatezza dei gruppi street americani, e pezzi come "MF From Hell" e "Freeze Sucker" (non c'è bisogno che vi traduca MF vero?) ne sono la conferma, combinate con l'urgenza e l'irruenza tipica del punk - significativa a riguardo la scelta, in pieno stile Ramones, di declinarsi tutti con lo stesso cognome -, con in più delle cospicue dosi di sano, buon, vecchio hard rock settantiano. Frastornati? Beh lo sono anch'io, dato che i Datsuns amano coprire, e reinterpretare alla loro maniera sia chiaro, buona parte del rock'n'roll degli ultimi trent'anni con una predilezione per il riffing quadrato dei loro "vicini di casa" più celebri, i canguri AC/DC, come avviene ad esempio nella quinta traccia "What Would I Know". In un paio di canzoni, come "At Your Touch" e "Fink For The Man" mi sono anche venute alla mente brandelli di Hellacopters e Hives, cioè due pesi massimi della scena rock svedese. Orme di colore profondo viola si materializzano invece all'ascolto del singolo "In Love", a dimostrare l'ampiezza del songbook a disposizione di questi giovani ragazzi (l'età media gira intorno ai vent'anni...). Con tutti questi illustri paragoni, non intendo comunque sminuire la bellezza di un disco in grado di reggersi sulle proprie gambe. Una caratteristica certo solca l'intero disco: è la voce urticante del leader Christian Datsun, che marchia a fuoco, con un interpretazione a metà fra l'urlato e l'indemoniato, testi piuttosto espiciti in ossequio al classico motto "sex, drugs and rock'n'roll". Una musica estremamente fisica ed istintiva, liriche irriverenti e la sopracitata voce al vetriolo: le caratteristiche per fare di questo esordio un ottimo disco da party ci sono tutte! Non mancano inoltre momenti per modo di dire più riflessivi ("Harmonic Generator"), in cui la distorsione assume toni tendenti al blues imbevuto di acido. Stabilito che il motore dei Datsuns in studio gira che è una meraviglia, resta da superare la prova del nove per una vera rock band, la situazione live. E a chi è sorta, come me, la curiosità di verificare di persona, può togliersi lo sfizio ai primi di dicembre in quel di Milano; dove The Datsuns suoneranno, guarda un pò!, proprio con gli Hellacopters.
Recensione a cura di Andrea 'Spider' Brunazzo

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