Irlandesi di Belfast, capitanati dai fratelli
Balfour, due
album e un’
Ep all’attivo, i
Maverick anche nella loro terza
release sulla lunga distanza si confermano encomiabili propugnatori di quella particolare branca musicale in cui melodie accessibili vengono iniettate nelle fibre muscolose dell’
heavy metal, per la gioia
cardio-uditiva di chi ha apprezzato (e continua a farlo!) “gente” come Hurricane, Steelheart, Dokken, Winger e XYZ.
Tecnicamente parecchio adeguati ed efficaci (segnaliamo in particolare la prova di
Ryan Balfour, che, pur con il prezioso supporto di
Anders Wikström dei Treat e
Steve Moore degli Stormzone, a fronte dell’improvvisa defezione di
Terry McHugh, si è dovuto sobbarcare l’intero onere chitarristico dell’opera …), i quattro britannici esibiscono un
songwriting di notevole qualità, rispettoso dei “classici” del genere e tuttavia non fastidiosamente nostalgico, irrorato da una bella energia interpretativa.
Dopo la suggestiva
intro “
Dusk”, sono le scosse cromate e adescanti della
title-track dell’albo e le vorticose spirali chitarristiche di “
Myrmidon” a esibire mezzi importanti per intrigare tutti i
class-metallers all’ascolto, mentre “
Kiss of fire” si segnala per l’andamento nervoso e
anthemico e “
Goodbye” cambia direzione orientandosi verso suoni più levigati, rivelando il lato “adulto” del gruppo.
“
Ex machina” e “
Magellan rise” (con qualcosa dei Queensryche) enfatizzano invece gli aspetti maggiormente epici e “metallici” della personalità dei
Maverick, i quali continuano a evidenziare un discreto eclettismo espressivo grazie alle incalzanti atmosfere “stradaiole” di “
Seize the day” e della scanzonata "
Kings”, non lontana da certe cose dei The Darkness.
A completare un lotto di buone canzoni, mancano, infine, la grintosa “
Viper”, “
Devil's night” e il suo tocco malinconico e "
Jessie's girl”, un
remake di
Rick Springfield che piace per devozione e sensibilità.
“
Cold star dancer” è un disco competente e piuttosto interessante, che pongo nella mia personale graduatoria dell’apprezzamento tra i prodotti superiori alla media, di quelli a cui manca solo un pizzico di supplementare
grip emozionale per nutrire concrete ambizioni di vertice.
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