Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:72 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. WE WILL NOT DIE
  2. RISE
  3. BETRAYER
  4. LORD OF THUNDER
  5. I BEGIN
  6. EVIL NEVER SLEEPS - DOOMSDAY
  7. SOULTAKER
  8. ACROSS THE NATIONS
  9. ASLEEP IN THE NEVER
  10. HAMMER
  11. UNSLAVED
  12. WASTED
  13. EVIL NEVER SLEEPS - DOOMSDAY (ALT VERSION, BONUSTRACK)
  14. BETRAYER (ALT VERSION, BONUSTRACK)
  15. WASTED (ALT VERSION, BONUSTRACK)

Line up

  • Kevin Brady: vocals
  • Jeff Jones: guitars
  • Chris Stringari: bass
  • Tom Frost: drums

Voto medio utenti

La ristampa del loro vecchio catalogo (ad opera della Karthago Records) ha evidentemente riacceso la fiamma artistica dei St. Elmo's Fire e così a più di trent’anni dal debutto e a venticinque dal disco precedente i californiani tornano sulle scene con una line-up fortemente rinnovata in cui il solo Jeff Jones rappresenta l’elemento di continuità storica.
Evil never sleeps” è un lavoro che ci riconsegna il gruppo americano nelle consuete vesti di fiero alfiere metallico, altresì dotato di un notevole gusto melodico, capace di caratterizzare i brani e renderli un ascolto al tempo stesso intenso e adescante.
Con il nuovo cantante Kevin Brady, dalla timbrica granulosa e dalle efficaci escursioni vocali, i St. Elmo's Fire acquisiscono un power-vocalist assai adeguato alla loro miscela sonora fatta di rimandi a Judas Priest, Saxon e Armored Saint, mentre la chitarra incisiva di Jones alterna fendenti di spada a stoccate di fioretto e la ritmica pulsa incessantemente sostenendo un songwriting dalle caratteristiche ampiamente sperimentate e tuttavia non eccessivamente banali o tediose.
Tra i momenti più riusciti e coinvolgenti si segnalano sicuramente la dirompente e anthemica apertura “We will not die”, le possenti “Rise” e “Betrayer” e poi ancora "I begin”, con le sue incisive cadenze melodiche e "Evil never sleeps – doomsday”, cupa e melodrammatica, senza dimenticare, infine, due belle “botte” emozionali come “Across the nations” e “Hammer”, forgiate di una solida lega di acciaio britannico e statunitense.
Tre versioni (poco, invero …) alternative di tracce già presenti in scaletta completano un disco di buona qualità, che, come spesso accade in questi casi, non credo possa intaccare nella memoria dei fans il vivido ricordo dei primi due fulgenti album del gruppo e che ciononostante celebra il gradito ritorno di un valoroso interprete del più classico metallo yankee.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.