Quandunque decidessi di aprire un'agriturismo alle porte di Torino andrei da un* sindac* con il disco dei Groom Epoch ed un prospetto.
To(a)glierei la cintura (la I - città metropolitane!! - ) e la Collina. Resterei, ad una pendice delle alpi: borgata abbondanza, Balegno. 15 KM ad ovest
della città, 25 dal centro. 4/5/enne ore, a piedi, dalla Mole Antonelliana.
Dal grigio al verde perchè fa molto SW.
Qualora... inviterei proprio Richard Ploog e farei in modo che ricevesse una qualche onorificenza locale.
L'album in questione - invece - è quanto di più distante ci si possa aspettare dalle vastità di metal.it.
Zero metal. Zero editing compatto. Poco Rock scatenato, anzi. Trame di lana. Ugole immerse più in un sidro che in una birra. Chitarre in dialogo con gli oggetti di casa.
Atmosfere soavi, nemmeno nostalgiche, spesso originali e "difficili". Alcuni incedimenti pacati, sfibranti, quasi innervosenti, o, comunque non elitari ma 'marginali'. Qualche "luppone" psy. Effetti radi di popoli che non solcheranno mai la Terra.
Solar Warden nasce attraverso una lungo, tremendo, carteggio tra uno spillo e un ago.
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