I
FFDP credo godano di un singolare primato, sono tra i pochi gruppi in grado di dividere nettamente i giudizi dei fans tra chi li ama e chi li disprezza
Come sempre la verità sta nel mezzo, però...
Partiamo dal genere che propongo, come classificarlo?
Nu Metal/Crossover/Groove Metal?
Si, per quanto mi riguarda
E qui sta il metro di giudizio della loro musica, il cosiddetto "Nu Metal/Groove Metal" è indubbiamente l'ultimo genere nato con band quali
Slipknot, Korn, Rammstein ( i più anziani ),
Disturbed e
FFDP appunto che hanno cercato di apportare delle "novità" nella nostra musica; possono piacere o meno ma questo è un dato di fatto
Nella fattispecie, i FFDP hanno visto crescere in modo esponenziale il loro successo dopo la pubblicazione del best seller "Got Your Six" e della raccolta "A Decade Of Destruction" e questo nuovo "
And Justice For None" viaggia su binari sicuri che permettono alla band di non perdere un fan e probabilmente di guadagnarne di nuovi. La formula è nota, prevede canzoni dure, con una buona dose di melodia di fondo, chitarre martellanti e talvolta molto metal ("
Fake"), altre volte le ritmiche sono più scanzonate e quasi dance come nell'ottima "
Sham Pain" dal chorus irresistibile e ci sono pure tre ballads molto ben riuscite ( "
Blue On Black" cover di Kenny Wayne Shepherd dal piglio metal/country, la più melodica e triste "
I Refuse" con voce, chitarra acustica e piano in bella mostra e la più articolata e struggente "
When The Season Change") .
Non mancano i pezzi alla Slipknot come la martellante "
Rock Bottom", quelli più immediati ma ugualmente potenti e sorretti da chorus efficaci quali "
Top Of The World" , "
Fire In The Hole" è un' industrial metal song che non sfigurerebbe in un album dei Rammstein, sorretta da un bel solo e da un chorus vagamente epico, "
It Doesn't Matter" trasuda cattiveria ed è un mid tempo sincopato ben sorretto da un riffama compatto e saturo.
I FFDP sono consci delle loro potenzialità e dei loro limiti e riescono a confezionare canzoni efficaci, mai troppo complesse ma anche mai banali, spesso velate di una malinconia di fondo come nella power ballad "
Stuck In My Ways", mentre più ordinarie risultano "
Bloody" e la cover degli Offspring "
Gone Away", che comunque non vanno ad inficiare il risultato finale di un album che non ha cali di tensione, che sfrutta un abile e collaudato songwriting e che trova i suoi punti di forza nelle cascate di groove sorrette dall'ottima prova vocale di Ivan Moody, uno dei migliori singer in ambito alternative.
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