Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:34 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. LIFE LOST IN SECLUSION
  2. A WANING SILHOUETTE
  3. NOSTALGIST
  4. WHEN EVEN THE SUN DOES NOT WISH TO RISE

Line up

  • Dave Sherk : guitars
  • Bobby Prentice : guitars, drums, bass, vocals
  • Thomas Learner : vocals

Voto medio utenti

A Waning Silhouette” è l’album d’esordio per il terzetto canadese Begotten, un esordio che si fa apprezzare per qualità, disperazione e un senso di grandezza messianica sin dalle prime note di “Life Lost In Seclusion” fino alla conclusiva “When Even The Sun Does Not Wish To Rise” , vero capolavoro del gruppo, dove melodie lancinanti ma semplici, costruiscono un tappeto sonoro disperato per lo screaming inumano di Thomas Learner. I Begotten prendono l’istinto suicida dei Nyktalgia, il male di vivere degli Useless e lo filtrano con l’attitudine antiumana di Xasthur, tramandando il tutto ai posteri nella “malaugurante” title track, dove improvvise accelerazioni arieggiano le claustrofobiche atmosfere che segnano l’addio all’umana condizione … Esula un po’ da questo asfittico contesto il terzo pezzo “Nostalgist”, dove una lunghissima introduzione folk-acustica sfocia in un violento sfogo musicale che mi ha ricordato, per feeling ed emozione, l’epocale “Wish I Could Cream It Again” debut dei nostrani Novembre, e dove le epicheggianti clean vocals, rimandano a quelle dei mai troppo esaltati Darkwoods My Betrothed (“Autum Roars Thunder” era) o dei Borknagar. Su tutto l’album non si può non notare la pesante e ingombrante ombra del Conte, vero iniziatore e ideatore di un genere che alla iconoclastia del black metal ha abbinato la raggelante solitudine dell’inutile essere umano moderno … In soli 34’ ci troviamo di fronte a quattro brani che non volendo e non dovendo reinventare niente, ci ricordano semplicemente quanto vana e illusoria sia la nostra presenza sul pianeta terra. Nello scorrere e svilupparsi dell’album il concetto di bellezza viene trasformato in bellezza angosciante e depressiva, che ci accompagna in un viaggio d’addio, diviso in 4 lunghi momenti dallo svanire della speranza fino al distacco definitivo in un climax di emozioni sempre più negative, dove il bagliore di luce, della già citata “Nostalgist”, stride ancor di più con il buio pesto di “un sole che, neanche lui, ha voglia di sorgere” … Spero vivamente, anzi veramente, perché in Begotten il termine “vita” è abolito, se non abbinato con morte, che gli amanti degli inni alla solitudine sappiano dare il giusto supporto a questa meritevole band, perché il sentiero intrapreso, funesto e senza luce, li porti comunque nell’inferno dei giusti. Depressive and majestic black metal.

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 giu 2018 alle 19:36

Alessandro, io sono un cultore della cassettina da 46 ... tutto quello che rientra in questi fatidici minuti per me è ok ... Meglio poco ma buono che infinite rotture per sboroni ...

Inserito il 06 giu 2018 alle 08:16

Disco con grandi atmosfere, ottima recensione Emi. Avrei gradito una maggiore lunghezza, 34 minuti mi lasciano insoddisfatto...ma non si può avere tutto.

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