Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:39 min.
Etichetta:Atomic Stuff

Tracklist

  1. COOPERATE
  2. MESSIN AROUND
  3. TOO OLD
  4. DIRTY OLD TOWN
  5. NANANANANA
  6. THE MAN ON THE HAWLIN’ MACHINE
  7. GET IT ON
  8. HAZY DAYS
  9. THE CITIES ARE BURNING (WITH ROCK’ N ’ROLL)
  10. KISS MY GUN
  11. READY TO TAKE A RIDE

Line up

  • Gaby: bass, backing vocals
  • Juliusz: gutars, backing vocals
  • Fortu: vocals, drums

Voto medio utenti

Che cosa significa oggi fare un disco di rock “classico”? E cosa si può fare per distinguersi dalla “massa”?
Se lo saranno sicuramente chiesto i Kickstarter Ritual, valoroso trio di Piacenza al debutto sulla lunga distanza con questo “Ready to take a ride”.
Beh, bisogna tornare alle origini, dove tutto è nato, e poi metterci quella “cosetta” speciale chiamata attitudine, in grado di farti camminare in “avanti” pur guardando “indietro”, il tutto senza inciampare nell’ovvio e nel parodistico.
In quest’albo, uscito in origine nel 2017 (solo in formato digitale) e oggi riproposto con l’alto patrocinio della Atomic Stuff Promotion, troverete proprio questo tipo di approccio, in cui rimbombano al massimo volume hard, blues, garage, punk e un pizzico di stoner.
Una "roba", insomma, che piacerà a chi riesce a immaginare un frullato di The Hellacopters, The Stooges, Masters Of Reality, Rolling Stones, The Strokes e una lieve spruzzata di The Cult, ma completamente privo di quel retrogusto di “finzione” che spesso si percepisce nei cocktail vintage del terzo millennio.
Una manciata di canzoni apprezzabili in ogni situazione d’ascolto e perfette per il “viaggio”, magari su una statale deserta, al crepuscolo, con il finestrino abbassato, il braccio fuori e la mente finalmente svincolata dagli assilli del vivere quotidiano.
Piglio, convinzione, ispirazione e disinvoltura sono le caratteristiche principali di questi ragazzi che ammantano di trasandata freschezza e vitale energia un programma colmo di highway songs talmente efficaci da sperare, finendo per smentire in parte quanto appena affermato, di trovare sul percorso almeno un po’ di traffico, in modo da prolungare il godimento cardio-uditivo.
Qualche esempio? La pungente “Cooperate”, il tocco malinconico di “Messin around”, l’ardore di “Dirty old town”, il groove strafottente e screziato di “Nanananana” o ancora le magmatiche densità di “Get it on” e le pulsanti vibrazioni della title-track (con tanto di melodrammatico finale pianistico …), cardini emozionali di un lavoro che fa breccia nei sensi senza vere pause o tangibili esitazioni.
Ora che ci rifletto meglio, forse non è vero che i Kickstarter Ritual si sono fatti delle domande … hanno solo dato via libera al loro istinto e hanno semplicemente generato un ardente tizzone di classic rock … niente di nuovo, tanto di buono.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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