Ed eccoci al cospetto di un'ennesima uscita discografica marchiata
Der Blutharsch, che questa volta ci propone un
featuring con i
White Hills, duo psichedelico/elettronico di origine americana.
Siamo al cospetto dei soliti scenari ipnotici, lisergici e minimali di scuola rétro-teutonica (
"Nom De Guerre"), e quando il sound prova a essere più moderno (
"Await The Moon" ricorda gli Air) è la voce strascicata della cantante - chiunque ella sia - a non convincere. Nella titletrack ci sono tracce di krautrock "puro" - quello più suonato e meno elettronico, ad esempio, degli Ash Ra Tempel - prima delle più canoniche e kraftwerkiane
"SFG" e
"Lover" (quest'ultima rievoca dei Depeche Mode poco ispirati).
Continuo a pensare che un disco ogni uno o due anni per la premiata ditta
Der Blutharsch potrebbe essere più che sufficiente, ma
Albin Julius non ne vuole sapere e sembra entrato in un
loop per cui deve pubblicare tutto quello che gli frulla per la testa. Contento lui...
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