Ammetto che non conoscevo
Paul BARROS , chitarrista dei portoghesi Tarantula, e ancor meno sapevo che avesse messo in piedi un progetto solista, i Barros appunto
Beh, sono contento di aver colmato questa lacuna
Il disco è una sinergia perfetta di melodic hard rock fra il chitarrista ed il talentuoso Ray Can D, dall'ugola che ricorda Sammy Hagar, con canzoni nelle quali la componente melodica è dominante accentuata da passaggi sulle sei corde che talvolta negli arpeggi e nelle armonizzazioni rimandano addirittura a Eddie Van Helen.
Paul Barros riesce a non risultare ridondante e bada all'essenziale ma lo fa con classe e convinzione, si sentano le irresistibili "
My Everyrhing" o "
My Kingdom For A Day" dai chorus eccezionali, o "
Disconnect" suggellata dai riff di Barros.
C' è una predominanza di ballads ( su tutte "
Take Me As I Am" e "
Live Before We Die" suggellate da una prova vocale elettrizzante) alcune forse meno riuscite di altre ma comunque mai banali e sempre dominate dalle melodie, dal tocco delicato ma deciso di Paul Barros e dalle vocals di Ray che pur senza sforzarsi è convincente sia nei pezzi lenti che in quelli più sostenuti
I solos sono funambolici quanto basta e sempre ben inseriti nelle canzoni, in alcune tracce i Van Halen dell' periodo Hagar sono dominanti ( la bellissima "
A LoveThat Shines"), la titletrack è una ballad con la chitarra arpeggiata, mentre con la conclusiva " How Does It Feel" il ritmo aumenta conducendoci in territori nei quali i Barros sono maestri, le melodie ricche di energia e di feeling
Un disco convincente, che gioca le sue carte migliori sui riff di Barros e la voce ammaliante di Ray.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?