L’ho già detto in altre occasioni … pur apprezzandone enormemente la conversione anglofona, anche per questioni squisitamente “affettive”, nel mio personale immaginario la
Strana Officina rimarrà indelebilmente il gruppo che ha spiegato al “mondo” come un genere musicale che non ci apparteneva per “tradizione” poteva esprimersi in maniera credibile e appassionante anche attraverso l’italiano, una lingua affascinante, ricca e altrettanto “difficile”, che solo con la giusta “applicazione” e tanta destrezza era adattabile alle metriche dell’
heavy metal.
Ecco perché accolgo con grande entusiasmo questo
Ep che la encomiabile
Jolly Rogers Records ha deciso di elargire a tutti gli estimatori della versione “primigenia” dei labronici.
Il programma consta di brani registrati nel 1995 (quando la
band, con gli allora giovanissimi
Dario e
Rolando Cappanera, cercava faticosamente di proseguire la sua attività dopo la tragica scomparsa di
Fabio e
Roberto Cappanera), a cui si aggiungono alcune
reprise degli stessi risalenti al 2017 e un
remake della mitica “
Ricordo di lei” (un maglio metallico prelevato dal
demo del 1986) appartenente alle medesime sessioni.
“
Non finirà mai” è l’ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della grandezza del gruppo nello scrivere e interpretare autentici spaccati di “vita vissuta”, impreziositi da quel pizzico di “pragmatismo poetico” capace di rendere il tutto, compresi alcuni inevitabili stereotipi, assolutamente coinvolgente e autentico.
Solo un barlume di maggiore maturità espressiva (e una migliore resa sonora) distingue le registrazioni più recenti da quelle degli anni novanta, ma a “impressionare” veramente è l’intensità con cui pezzi come la
title-track, una possente dichiarazione d’intenti (già apparsa su “
Roll the bone” del Bud Tribe), “
Bimbo”, magnetica e oscura, l’incredibilmente emozionante “
Vittima” (che qualcuno ricorderà inclusa anche in “
Non c'è più mondo” dei Cappanera) e la
rock n’ rollistica “
Amore e fuoco” (presente pure su “
Rising to the call” e “
Rare and unreleased”) vengono eseguite, scorticando ancora una volta i sensi in profondità e offrendo un altro esempio di quell’imperioso flusso di forza espressiva che la
Strana Officina ha da sempre prodotto in tutta la sua lunga e inossidabile carriera.
Mentre attendiamo (ormai da troppo tempo …), con ansia “vera”, il successore di "
Rising to the call", non rimane che affidarsi in maniera intensiva all’ascolto di “
Non finirà mai”, un disco che conferma la magnificenza di un marchio in grado di identificare, un po’ come il “parmigiano reggiano” o il “vero cuoio” in altri ambiti, una prestigiosa e influente eccellenza italiana nel campo del
metallo pesante.
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