Una ventata di sano e onesto dirty rock arriva dai romani
The Guestz, veterani della scena capitolina in circolazione dal 2006. Classici riffoni hard rock, mid-tempo quadrati, massima orecchiabilità e soprattutto tanta voglia di divertirsi con la musica senza le consuete pippe mentali pseudo-depressive. Certo, in gran parte del disco pare di ascoltare una versione degli Ac/Dc in salsa amatriciana (“
Perseverance", "
When the fat hits the fire”) mischiata con una cover band dei Guns’n’Roses (“
Make my day”), ma d’altronde gli Airbourne cosa fanno di diverso?
E poi il gioco è a carte scoperte, come nell’omaggio ad Angus Young e soci (“
Acid easy”) dove il testo è interamente composto da titoli di brani della storica formazione australiana.
Energia e melodia, se ben combinate, funzionano sempre (“
Leave it alone”) e a band come questa non si può chiedere di più.
Come riportano loro stessi: “saranno anche sempre le stesse vecchie canzoni, ma interpretarle cosi bene non è affatto facile!” e per quello che mi riguarda i
The Guestz hanno pienamente ragione.
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