Band particolare, gli svizzeri
Autisti. Due cantanti/chitarristi ed un batterista, impegnati in svariate attività artistiche legate alla musica (progetti, colonne sonore teatrali, installazioni sonore, ecc.). In questa incarnazione propongono un narco-rock lo-fi, che a me è sembrato una versione amatoriale dei Dead Meadow. Su un tappeto strumentale scarnificato, levitano le melodie sognanti e lisergiche della coppia di vocalist, con qualche interessante spunto psycho-onirico (“T
he dower", "
L’altro mondo", "
You felons!”) ed altrettante battute a vuoto, dove si scade nella nenia-ballad elementare e fine a se stessa (“
Curb", "
Trundle beds”).
In sintesi, un lavoro sperimentale di difficile collocazione nell’iper-saturo panorama musicale contemporaneo.
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