Provenienti dall’underground death/grindcore statunitense e con all’attivo una manciata di ep e collaborazioni sodali, il quartetto dei
DeathgraVe (sì con la “V” maiuscola, non è un errore di digitazione del sottoscritto) giunge all’importante passo del debut tramite l’interesse della
Earsplit.
“So real it’s now” si compone di 14 canzoni la cui durata media è inferiore ai 2 minuti in cui è presente un buon bilanciamento fra le anime death e grind o , per rendere il messaggio ancora più semplice, il “pestato e veloce” non è l’unica strada perseguita.
Anzi in diversi passaggi (v.
“Seeping through the shoebox”, “This is what you get pt. 2”, “Live fast, die slow”) si inseriscono soluzioni più rallentate o dissonanti ( la successiva
“Trichotillo – mania”) che tanto piacciono ai
Napalm Death atte a non trovarci fra le mani un lavoro monocorde.
Durante l’ascolto è risultato piuttosto semplice trovare nel sound dei
DeathgraVe riferimenti più o meno espliciti a gruppi appartenenti sia al presente che al passato del genere:
Exhumed, Repulsion, Terrorizer, Abscess, in misura diversa, hanno “donato” qualcosa alla band californiana
Tutto ok, tutto bello dunque?
Mi piacerebbe rispondervi affermativamente ma purtroppo non è così.
Il limite principale di
“So real it’s now”è che a metà ascolto – quindi a 13 minuti scarsi – la voglia di proseguire è bella che scemata, perché si ha la completa sensazione che la band abbia già detto tutto quello che aveva da dire. Un limite, anzi IL limite, che colpisce la stragrande maggioranza delle band death/grind che cercano di farsi conoscere al di fuori del circuito degli ascoltatori fedeli del genere e che può esser superato con idee e spunti molto personali.
Disco consigliato solo agli amanti della vecchia scuola death/grind. Gli altri guardino altrove.
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