La Psicologia Comportamentale definisce la comfort zone come:
“La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio”.
E ancora:
rimanere ancorati nella nostra confort zone per molto tempo ci ingabbia in una vita prevedibile, gestibile, controllabile, conoscibile rendendo la nostra vita piatta e senza stimoli. A volte la nostra comfort zone può diventare la nostra prigione perché:
-Non si cresce
-Non si evolve
-Non si cambiaOk, luce in sala.
Potrei far finire qui la recensione su "
Rise of the Lycans" (e già qui fantasia al potere....), sesto studio album dei tedeschi di Colonia
Wolfen pubblicato ancora da
Pure Steel Records, che nonostante la lineup rinnovata per 2/5 per l'ingresso di
Siegfried Grütz dietro le pelli e di
Andreas Doetsch alla 6 corde, proprio non vogliono saperne di provare a fare quel passo che consentirebbe loro di distinguersi da migliaia di gruppi simili.
Purtroppo i veterani (la loro nascita risale ormai al 1994) teutonici invece proseguono riproponendo per l'ennesima occasione la formula musicale che li accompagna da più di 20 anni: un muscoloso heavy metal di stampo teutonico reso sporadicamente aggressivo da riffoni thrash mutuati dalla bay area.
Lungi da me il voler sminuire il loro valore tecnico e la loro tenacia ma purtroppo il risultato è assai modesto: "
Rebirth of the Regulators" e "
Genetic Sleepers" hanno un andamento classicamente heavy ma sono lontanissimi dalla qualità di bands quali Accept, Helloween e Primal Fear che li hanno palesemente ispirati; così come i riffs (buoni senza alcun dubbio) più cattivi quali in "
Xenophobia" e "
Succubus" non si avvicinano nemmeno agli Iced Earth di "Something wicked..." ai quali ammiccano non troppo velatamente.
Nemmeno la presenza di
Chris Boltendahl (Grave Digger), guest vocalist in "
Timekeeper", riesce a dare quel guizzo in più in grado di risollevare la band dal consueto "quieto vivere", reso ancora più monotono dalla voce in alcuni casi davvero fastidiosa e sgraziata del singer
Andreas von Lipinksi (
"Science & Religion" è dura da portare a termine...).
"
Rise of the Lycans" conferma tutto ciò che dei
Wolfen già si sapeva senza aggiungere nemmeno una virgola: presumo quindi che la prova del tempo sarà insuperabile per questo dischetto.
Wolfen - "
Genetic Sleepers"
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