Come giudicare una (ex) tribute band dei Rammstein che esordisce con un album di canzoni che i Rammstein stessi avrebbero tranquillamente potuto scrivere di loro pugno?
Le nuove bands in Germania certamente non hanno problemi ad emergere ( come ad esempio in Italia ), e se da noi spopolano le tribute di Ligabue e Vasco, almeno in Germania quando una delle innumerevoli cover e tribute band emerge lo fa alla grande scrivendo le proprie canzoni, autoproducendosi.
I
Rottenburg, la band di Weiden che ha iniziato come una Rammstein Tribute Band, è dal 2004 che ci da dentro, concerto dopo concerto, facendosi pian piano conoscere e così, ad un certo punto, ha deciso di scrivere musica propria.
I Rottenburg hanno avuto il coraggio di fare questo passo e col debut ”
EISCHAUCH”, ci sparano l’album che i Rammstein stanno posticipando ormai da anni e qui sento già i critici infuriarsi ma non importa se il sound rimanda ai padri putativi, conta lo spirito, la convinzione, le capacità e ai Rottenburg non manca nulla di questo … se vi piacciono i Rammstein vi piaceranno i Rottenburg
Punto
Per quanto riguarda l'album "
EISCHAUCH", bisogna ammettere che, sebbene i parallelismi siano evidentissimi, non si può parlare oggettivamente di una copia dei "fratelli maggiori di Berlino" , i Rottenburg sono molto più vicino al Metal di tanti altri, quasi ogni canzone ha un assolo di chitarra, i riff sono secchi e spigolosi, la ritmica marziale e il vocione alla Lindermann poi fanno il resto, rendendo questo lavoro un must per chi ama un certo tipo di industrial-Metal.
Prendete la prima song, "
Das Schone Leid" questo è esattamente come dovrebbero suonare le chitarre, creare un muro di suono fragoroso con un chorus contagioso, da arena, ma in tutte le nove canzoni ( dieci se includiamo una versione acustica di "
Tausendshon") c'è il buon German Rock fatto di riff thrash come nella potente "
Heldentum" (sulla devastante battaglia di Verdun della prima guerra mondiale), o nella veloce "
Maine Liebe"
Dura e con vocals quasi growl è "
Medium", le chitarre intrecciano solos semplici ma efficaci e pieni di melodia, la titletrack è una sorta di ballad ma con delle chitarre schiacciasassi, "
Tausendshon" è presente sia in versione elettrica che acustica ( mille volte meglio quest'ultima), spesso ci sono linee di synth ed effetti sonori che rendono più ricco il suono.
Tra i pezzi migliori indico la thrashy "
Herzblut" che alterna pesantezza con un refrain quasi operistico e con un interessante bridge di synth a spezzare il finale in crescendo tipicamente thrash, con un atmosfera quasi horror si presenta invece "
Messer Gabei Schere Licht", mentre "
Der Strick" inizia con una campionatura sulla quale irrompono secche le chitarre fino al chorus veloce.
E poi c'è la copertina dell'album, semplice ed evocativa
Dal 13.07. il lavoro è disponibile per il download su tutte le piattaforme online, se amate l'industral - Metal potente, rozzo e "in your face" , fatevelo vostro
Hail!