Igorrr - Spirituality And Distortion

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2020
Durata:55 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. DOWNGRADE DESERT
  2. NERVOUS WALTZ
  3. VERY NOISE
  4. HOLLOW TREE
  5. CAMEL DANCEFLOOR
  6. PARPAING
  7. MUSETTE MAXIMUM
  8. HIMALAYA MASSIVE RITUAL
  9. LOST IN INTROSPECTION
  10. OVERWEIGHT POESY
  11. PARANOID BULLDOZER ITALIANO
  12. BAROCCO SATANI
  13. POLYPHONIC RUST
  14. KUNG-FU CHÈVRE

Line up

  • Igorrr: all instruments
  • Laurent Lunoir: vocals
  • Laure Le Prunenec: vocals
  • Sylvain Bouvier: drums

Voto medio utenti

Se c'è qualcosa per cui posso rallegrarmi dell'uscita di "Illud Divinum Insanus" dei Morbid Angel è il fatto di avermi permesso di scoprire Igorrr: il disco lo ricordiamo tutti per la ciofeca immensa che è, e nel 2012 la Season Of Mist fece uscire una raccolta di brani remixati ad opera di artisti quali Laibach, Nachtmahr, Combichrist ed appunto Igorrr. Spinto se non altro dalla curiosità di ascoltare se gente nettamente più del mestiere in ambito elettronico rispetto a Trey Azagthoth fosse riuscita a far rendere in maniera decente quegli sventurati brani e a convincere Trey e soci a lasciare perdere l'elettronica per tornare a dedicarsi al death metal, dedicai qualche ascolto alla compilation che tuttavia non mi colpì particolarmente. Ad attirare la mia attenzione fu appunto Igorrr: il suo sound così malato e schizzato capace di far convivere metal estremo, musica classica ed operistica con l'elettronica più spinta, unita alle copertine affascinanti mi fecero avvicinare a questo artista unico, di cui l'uscita di "Savage Sinusoid" mi fece innamorare senza riserve. A tre anni di distanza da quel disco, esce oggi sempre per Metal Blade il nuovo "Spirituality And Distortion", che si rivela essere la degna prosecuzione del suo predecessore: in questo nuovo lavoro ritroviamo tutti gli elementi distintivi di Igorrr, un pot-pourri dove confluiscono scream, chitarre distorte e batteria tritatutto come da tradizione metal, strumenti folk e classici provenienti dalle più disparate tradizioni, vocalizzi operistici a cura della sempre bravissima Laure Le Prunenec, beat furiosi e schizofrenici mutati dall'elettronica più lisergica e chi più ne ha più ne metta. Prendiamo ad esempio "Nervous Waltz": il brano inizia con un violino delicatissimo su cui man mano si innestano batteria, voce e chitarre in maniera del tutto naturale e senza creare la sensazione che tutti questi elementi, in linea teorica così antitetici, siano assemblati alla bell'e meglio, per poi esplodere nel ritornello tra doppia cassa e chitarra distorta e stoppata. I musicisti coinvolti mettono in mostra grande padronanza dei propri strumenti e danno sfoggio della loro grande levatura tecnica, come ad esempio il basso che si può ascoltare in "Very Noise" e nella orientaleggiante "Camel Dancefloor". Il contrasto tra la voce potente ed aggraziata di Laure Le Prunenec e lo scream lancinante di Laurent Lunoir distende e poi rinfocola la tensione emotiva dei pezzi, sempre in bilico tra un'anima sinfonica e quasi classicheggiante ed un'altra più primitiva e ferale. Con la già citata "Very Noise" e "Paranoid Bulldozer Italiano" emergono con maggiore prepotenza i retaggi elettronici di Igorr, mentre "Musette Maximum" è una sorta di divertissment dai toni folkeggianti in cui la fisarmonica flirta con blast beat e riff di chitarra al limite del black metal. In "Parpaing", forse uno dei brani meno ispirati del lotto, fa la sua comparsa perfino George "Corpsegrinder" Fisher dei Cannibal Corpse a dimostrazione del vasto spettro sonoro che Igorr attraversa: peccato però che il brano, eccezion fatta per un paio di drop elettronici, si presenti come un pezzo simil death metal abbastanza mediocre.
Ascoltando questo "Spirituality And Distortion" l'impressione che si ha è che il disco sia stato pensato e composto nell'ottica di poter piacere ad un audience più prettamente metal visto l'aspetto ancor più predominante che assumono le chitarre, e da come il lato più malato e schizzato dell'elettronica sia stato parzialmente stemperato a favore di brani più d'impatto e più "metal", se paragonati ad un lavoro come "Nostril". Pur continuando a ritenere "Savage Sinusoid" un lavoro più riuscito, questa nuova fatica targata Igorr si attesta su livelli più che buoni e ci consegna un artista eclettico ed originale, una vera mosca bianca nel panorama metal.
E in un'epoca in cui le band tendono a ripercorrere pedissequamente le orme del passato più che ad esplorare nuove modalità espressive è una cosa da tenersi ben stretta.

Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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