I rocker di Helsinki tornano sul mercato col successore di "One For The Road" recensito su queste gloriose pagine, senza il cantante Pasi affetto da gravi problemi alle corde vocali e sostituito dall'italo argentino Leonard F. Guillan, reclutato su YouTube!
Sulla sua prova vocale torneremo fra poco, innanzitutto vediamo la musica e qui andiamo sul sicuro, il melodic-hard rock presente su "
Queen Of Hearts" è sempre di classe sopraffina
Il gusto per la melodia è predominante e va di pari passo con riff grintosi mai in maniera eccessiva e partiture che nella loro semplicità di fondo sono dannatamente efficaci
Si senta ad esempio il primo pezzo del disco, la titletrack, col suo incedere veloce, le chitarre che si rincorrono e si alternano con le keyboard anche nel solo, un brano questo che è la summa del sound della band.
Un'apertura che migliore non poteva essere
"
One Day Of Your Life" segue a ruota, è un mid tempo dominato dalla melodia e dal riff chitarristico compatto e lineare, mentre la seguente"
Stars" è il classico lento riuscito solo a metà, a mio parere, in quanto troppo scontato e con un chorus un po'troppo alla Abba
Poteva essere l'occasione per dare sfoggio al nuovo vocalist, a proposito del quale il giudizio è sospeso
La sua intonazione è più acuta di Pasi la cui ugola era roca, bluesy e graffiante, Guillan invece pare dare meno pathos alle composizioni con una prestazione sicuramente positiva ma un po' troppo slegata rispetto a Pasi
Probabilmente è solo questione di abituarsi alla nuova intonazione
Tornando alla musica, "
Living In A Hurricane" è un altro pezzo da novanta che gioca su un grande riff e sul binomio chitarre/hammond nel chorus, "
Under The Spell" è un pezzo cadenzato sempre ottimamente sorretto dal riffing efficace dell'ascia Wirman, vero motore del gruppo.
"
Never Say Goodbye" è un lento per fortuna migliore del precedente, con una batteria quasi tribale e una melodia suadente nella quale compare anche il pianoforte, seguono"
Learning To Fly" e "
Berlin" più veloce la prima e più lenta la seconda che ricorda un po' gli ultimi Europe, due composizioni abbastanza ordinarie ma comunque di buon livello, "
King For Tonight" è un robusto hard rock con tanto di hammond e pianoforte nel quale finalmente troviamo delle vocals grintose, "
Living The Dream" è una ballad acustica accompagnata dalle keyboard dall'andamento struggente mentre "
Arrival" chiude il lavoro, è un pezzo d'atmosfera con ampio uso di synh e vocals filtrate e con un chorus potente marchiato a fuoco dalle chitarre.
Come sempre la Frontiers non si lascia sfuggire nulla e questi King Company, statene certi, se li terranno ben stretti!
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