"Per te solo la morte, per te solo il dolore...." cantavano nella stupenda "Neoplasma" dall'EP "Oloucasto Cerebrale", riproposta poi in "Pianeta Dissolvenza" disco che reputo tra i miei preferiti in assoluto, e proprio questo hanno portato alle nostre orecchie con il nuovo enorme lavoro, morte e dolore su cui sono incernierate la totalità delle liriche presenti. Ormai attivi da 13 anni nel panorama discografico Italiano, i Distruzione si presentano a 5 anni da la loro ultima rappresentazione discografica, compreso un intoppo durato 2 anni, con l'album più maledettamente cattivo e tecnico della loro saga, mancante ahimè, quella tastiera che tanto mi aveva colpito in pezzoni come "Il Risveglio", ma questo è solo un piccolo dettaglio perchè il quintetto di Parma ci offre un death metal privo di influenze alla moda e magnificamente grezzo e potente. Francesco, il cantante, seguita sempre con la sua potentissima voce che narra (in quest'album sempre e comunque intelligentemente in italiano dimostrando un lodevolissimo patriottismo) per lo più violenze e peccati commessi dall'uomo nei suoi stessi confronti, accompagnato da siluranti e imponenti chitarre, mai ripetitive, velocissime, producenti riff taglienti ed intrecciati con un impatto pazzesco, talvolta incredibile per efficacia e molto notevole per tecnice e questo vale per tutti i componenti della band; i complimenti vanno anche al bassista ed al batterista che riescono ad infiocchettare il tutto in maniera divinamente grintosa. Come detto, partendo dalla prima "Nifluengaheimur" (che all'inizio ho provato a leggere al contrario, ricordate gli Anthrax? n.d.r.), le liriche narrano brutali opere di sterminio e violenze da parte dell'uomo assetato di sangue, potere e male stesso, si parla infatti della II guerra mondiale in "O.D.E.S.S.A", delle violenze compiute da parte della santa inquisizione nella spettacolare "Maleficia", la mia preferita, la song forse più strutturata e impegnata dell'album, di scontri sanguinari in "Draculea" e di cecità dovuta al potere come ne "Il terzo Cesare". Nel disco è presente anche la famosissima "Kashmir" dei Led Zeppelin, che per i miei gusti non troppo eccitati dallo stile del genere, anche se in chiave Distruzione, non ha suscitato troppo interesse. Ho atteso per molto tempo l'uscita di questo album e devo dire che ne è valsa la pena, di notevole interesse culturale anche l'artwork, lo consiglio a tutti gli amanti del death metal, un old School di pregiato stile, a tutti coloro che amano il genere ed in primis Dismember che sono ed Entombed che furono, ricordando però che i Distruzione, i poeti del Death Metal, non hanno niente da invidiare a nessuno, "un immane sterminio travolgerà le vostre orecchie..." Bravi ragazzi, complimenti!
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