Cominciare a fare conoscenza con un gruppo partendo da un Ep non è sicuramente la cosa più normale o ricorrente, ma ho pensato che con questa “scusa” avrei potuto presentarvi una delle migliori bands comparse sulla scena estrema negli ultimi anni e che, apparentemente, in pochi conoscono, o almeno in pochi citano come fonte di paragone o per le indubbie qualità ... I
Dauþuz sono un duo tedesco che suona black metal, ma un black metal molto personale, infarcito di richiami medievali ed epici, che pur essendo sempre presenti , soprattutto in gran quantità nell’ottimo debutto
“In Finstrer Teufe” sono passati un po' in secondo piano nell’altrettanto valido successore
“Die Grubenmähre” dove
Aragonyth S. e
Syderyth G. hanno preferito un approccio più selvaggio e diretto, ma non per questo meno “espressivo” o personale. Giunti al terzo lavoro in tre anni dalla loro nascita, il duo teutonico ci regala ancora un ottimo lavoro che riesce a fondere perfettamente le “due anime del gruppo” proponendo un sound che riassume e sintetizza quanto fatto in precedenza, qui illuminato ed ispirato da una maggiore consapevolezza nei propri mezzi … L’inizio è tutto ad appannaggio degli oltre nove minuti di
“Steinhammer” dove la band riesce a restare in equilibrio tra i
Desaster di
“A Touch Of Medieval Darkness” e i
Lunar Aurora di
“Seelenfeuer” tanto per darvi un’idea restando sempre in Germania … Tra le qualità maggiori della band c’è sicuramente quella di essere freschi, giovani e genuini, non dimenticando di mettere in primo piano le proprie influenze senza per questo rimanerne vittime. Un mix ad altissimo rischio che però riesce perfettamente e che perciò ci fa meravigliare e gioire di fronte a cotanta sapienza musicale, provare per credere gli oltre sette minuti di
“Buße – Des Zwerges Fluch II” e vi ritroverete catapultati in Thuringia a cavalcare un nero destriero foriero di pessimi presagi . Un altro punto da non sottovalutare è la forte simbiosi che si ha tra testi e musica e così i cori pagani ed evocativi di
“Unwerk – Des Zwerges Fluch I” ci fanno entrare in sintonia con gli gnomi e la loro maledizione … Seguendo la band dagli inizi consiglio ovviamente di ascoltare l’intera discografia per godere a pieno della classe e della naturale evoluzione avuta dal duo germanico, ma se proprio non avete voglia, vi basterà ascoltare i quasi 36 minuti di "
"Des Zwerges Fluch" per poi convincervi a dare una chance ai Dauþuz, non solo non ne rimarrete delusi, ma sono sicuro che ne rimarrete talmente affascinati da non poterne più fare a meno …
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