Un gruppo che cita Varathron e Rotting Christ degli esordi e la cui vicinanza al mitico suono ellenico dei primi anni '90 viene certificata addirittura dal
Graz, può non piacermi considerando l'idolatria che provo verso quella scena?
Certamente no!
Se poi aggiungiamo che gli americani hanno come modello anche i mitici Mystifier, gruppo brasiliano che vi invito caldamente a riscoprire, allora il cerchio si chiude e la goduria, almeno la mia, è assicurata.
"The Offering of Seven", come il suo predecessore, non è, dunque, un album che punta ad innovare ma si "limita" ad omaggiare un suono reso unico dai nomi citati, un omaggio che deriva, a ben guardare, dalla reale passione (di certo non da motivi economici) che questi musicisti della Florida* dimostrano di provare verso i propri modelli e la loro musica.
Se conoscete storici album come
"Passage to Arcuturo",
"Göetia" o
"His Majesty at the Swamp", saprete perfettamente cosa aspettarvi dagli
Gnosis: atmosfere oscure ed evocative, tempi rallentati, improvvise accelerazioni, tastiere misteriose e, soprattutto, tanto fascino dal sapore arcano.
Se quegli album li amate, amerete
"The Offering of Seven", poiché gli
Gnosis si dimostrano abilissimi a ricrearne la "magia" e a farne rivivere spirito e melodie dannate, sebbene ai Nostri non difetti una certa dose di personalità ed una propensione, non troppo nascosta, anche verso il classico death a stelle e strisce.
Se, al contrario, siete attratti dal "moderno", dalla sola immagine, dalle puttane che suonano metal, beh, allora, state alla larga da questo gruppo e dai suoi dischi.
Anzi, fateci un piacere: state proprio alla larga dal metal in generale.
* Se qualcuno che vive in Florida suona una musica come questa significa che Lucifero ha fatto bene il suo lavoro.
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