Tornano gli Enslaved italiani, ma in realtà ci ripropongono l'acclamatissimo "Cantus" e non un nuovo lavoro. Tutto questo grazie all'interessamento dell'etichetta "The Oath" che si è lasciata convincere dai giudizi estatici della critica e ha ristampato in maniera professionale il miglior album di pagan metal mai partorito nella nostra penisola. Un'opera che a distanza di un anno non ha perso nulla della sua freschezza, e si lascia ancora ascoltare come degno successore della musica che una volta in Norvegia era appannaggio di gruppi come Ulver o Borknagar. Non starò ovviamente a ripetere i commenti che potete andare a recuperare su queste stesse pagine, visto che nulla sembra cambiato nelle canzoni e nella struttura dell'album. Mi sento però di far notare a chi è appassionato di questa musica, e non si è ancora procurato "Cantus", che si sta perdendo veramente uno dei capolavori del genere, che aspetta solo di fare il botto anche in terra straniera. Chissà come verrà accolto ad esempio in Norvegia un lavoro che prende in prestito le idee dei gruppi pagan e viking scandinavi, rielaborandole con un gusto melodico e folkloristico tutto mediterraneo...
Onore a Lord Inferos e Flagellum per essere riusciti a creare qualcosa di tanto grandioso: aspettiamo ora delle conferme definitive che possano portare alla consacrazione di un progetto tanto ambizioso.
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