You’re thrashing all around
Acting like a maniac
Hatchet !Al quarto full lenght gli
Hatchet non si schiodano dal Thrash Metal ottantiano che ce li avevano fatti conoscere con l'esordio "Awaiting Evil". Allo stesso tempo, pur in attività da dodici anni, gli statunitensi (da San Francisco) sembrano non riuscire a uscire dall'ordinario e dare impulso ad un Thrash devoto alla lezione della Bay Area ma influenzato dalla scena tedesca. Quello che ci propone
Julz Ramos (unico superstite della line-up originaria) e che ad ogni modo ha catturato le attenzioni di Dave Ellefson. Infatti, il bassista dei Megadeth che recentemente ha ridato nuova vita alla Combat Records ha deciso di puntare proprio sugli
Hatchet.
L'album prende il via con una breve intro, "
Unraveling Existence", ed è poi il momento di "
Silent Genocide", che oltre alla botta degli Hatchet, mette subito in evidenza una resa sonora non particolarmente brillante che penalizza soprattutto il drumming di
Ben Smith,
Le canzoni mostrano una struttura simile e fin troppo ripetitiva, cui provano a distaccarsi "
Back Into Dust" e "
Final Sanctuary" con rimandi più marcati nei confronti del classico Heavy Metal, e soprattutto "
Warsaw", un brano dove ritroviamo maggior varietà compositiva ed esecutiva, e che anche per questo si segnala come uno dei momenti più riusciti e che possono rendere interessanti "
Dying to Exist", che gli
Hatchet chiudono infine con la discreta cover di "
World in a World" (da "Oppressing the Masses" dei Vio-lence).
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