I Bleeding Through sono in sei, arrivano da Orange County ( USA ) e sono qualcosa di assolutamente distante dalle solite proposte a stelle e strisce. Se è vero che nelle note di questo gruppo troviamo scorie dell'hardcore più tirato ed urlato, quindi un minimo di radici di casa propria, bisogna saper comunque riconoscere che l'influenza maggiore và ricercata nell'Europa del Nord, visto che la band americana forgia la sua proposta musicale in un devastante monolito swedish death metal. La marcia in più di questa band è sicuramente data dall'inusuale ( per il genere ) utilizzo di tastiere ( suonate dalla graziosa Marta ), le quali non vengono suonate a casaccio tanto per apparire come dei perfetti radical chic ma fungono perfettamente da tramite tra le vocals abrasive del leader Brandan Schieppati ed il martellante lavoro ritmico dei chitarristi Scott Danough e Brian Leppke. Il disco è un vero crogiolo nel quale i Bleeding Through riversano dentro furiose frustate chitarristiche che tanto devono ai capisaldi del genere, ed ovviamente parliamo degli At The Gates, sospinte da una sezione ritmica tellurica. Su un lastricato sonoro che sa essere estremamente solido e diabolicamente instabile allo stesso tempo, il minuzioso cesellare di Marta si erge da assoluto protagonista, accompagnato da una prestazione sopra le righe del sempre ottimo Schieppati. Un debutto che sa essere convincente sotto tutti i punti di vista, senza pagare dazio in maniera plateale a nessun gruppo blasonato della scena extreme metal. Un disco che và ascoltato, amato e consumato. Bleeding Through...un nome sul quale possiamo, già da ora, scommettere...la vincita è assicurata.
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