Formatisi nel 2014, i finlandesi
Morgal hanno all'attivo un solo "album" di lunga durata, il demo "Käärmesielu" rilasciato nel 2016, mentre hanno già pubblicato tre EP, l'ultimo, omonimo, è oggetto della presente recensione, dimostrando, dunque, di mostrare una particolare predilezione per questo formato di breve durata.
Una scelta, questa, che mi sento di condividere al 100% considerando la proposta di cui si fa portavoce il terzetto di Mikkeli.
I
Morgal, infatti, suonano una forma molto violenta e diretta di Black Metal che per la sua irruenza, le sue sottili inflessioni punk / thrash, la sua "irriverenza" guerresca, proprio in una durata contenuta trova il terreno più fertile nel quale attecchire senza, quindi, annoiare o risultare ripetitivo.
I quattro brani dell'EP sono tutti sostenuti da un perfetto riffing selvaggio e tagliente come gelide lamette, mentre le atmosfere di ogni brano e gli splendidi intrecci armonici delle chitarre (vagamente "classic") restituiscono un feeling epico e battagliero che avvicina la proposta dei
Morgal a quella dei migliori Desaster e alla scuola svedese dei maestri Naglfar omaggiati, a mio avviso, in lungo ed in largo anche grazie allo splendido scream di Lord Warmoon che riesce a marcare a fuoco (o a ghiaccio, fate voi) ogni singolo passaggio riportando alla mente, per lo meno alla mia, il miglior Jens Riden... e scusate se questo è poco!
Con tutto questo po' po' di nobili richiami, badate bene che parlo di richiami e non di mera imitazione, mi sembra ovvio che
"Morgal", pubblicato dalla sempre infallibile
Werewolf Records, sia un "signor" dischetto che certamente i più fieri di voi sapranno amare e verso il quale a tutti noi non resta che brandire le spade, innalzarle al cielo, e correre in battaglia sui nostri destrieri.
Puro culto. Epico e nordico.
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