Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:45 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. CLEAR
  2. THE GOOD DOCTOR
  3. PUZZLE BOX
  4. VEIL
  5. NIL BY MOUTH
  6. HOST
  7. A CELL DIVIDES

Line up

  • Ross Jennings: vocals
  • Charlie Griffiths: guitar
  • Rich Henshall: guitar & keys
  • Diego Tejeida: keys
  • Conner Green: bass
  • Raymond Hearne: drums

Voto medio utenti

Ero proprio curioso di scoprire quale abito avrebbero indossato gli Haken in occasione del nuovo “Vector”. Con “Affinity” i nostri ci avevamo dimostrato di non avere paura di cambiare strada, passando dal concept d’atmosfera di “The Mountain”, a un disco più concentrato sulla forma canzone, con addirittura qualche concessione catchy.

La domanda, alla fine, è sempre quella: si può cambiare e restare comunque se stessi?

In questo senso “Vector” porta avanti le peculiarità del sestetto britannico, ma ce ne mostra anche il lato più cupo e pesante che fin qui non avevamo ancora sentito. Basta l’inquietante “Clear” per capire che stavolta non ci aspetteranno pezzi come “Earthrise” o “1985”. “The Good Doctor” - anticipata dal video e dai vari servizi di streaming - è forse il pezzo più semplice del disco (una frase che lascia il tempo che trova nel caso degli Haken): una strofa molto ritmata, un ritornello orecchiabile, una parte strumentale impressionante (la prima di una lunga serie) ed il gioco è fatto.

Da “Puzzle Box” il gioco si fa più serio: quasi otto minuti di prog tecnico, cupo e pesante, un break elettronico tesissimo, e la splendida chiusura, finalmente luminosa. La monumentale “Veil” - con i suoi dodici minuti di durata (è il pezzo più lungo del disco) - si dispiega tra innumerevoli cambi, riuscendo nella non facile impresa di non far perdere il filo all'ascoltatore. “Nil By Mouth” è un ottimo brano strumentale dove gli Haken danno sfoggio del loro impressionante arsenale tecnico. Il brano separa - o almeno questa è stata la mia impressione - la parte più rocciosa del disco da quella più intimista.

Ecco infatti arrivare “Host”, con la sua introduzione quasi jazzata - sicuramente il pezzo più particolare del disco - una sorta di ballata fumosa e disperata. Applausi. Si chiude con “A Cell Divides”, brano nel quale troneggia la voce-strumento del bravissimo Ross Jennings.

È una sferzata decisa quella che la band imprime al suo cammino con "Vector", scegliendo - come già anticipato - registri emozionali decisamente diversi da quelli a cui ci aveva abituato. Ma dopo qualche ascolto il disco si infila sotto la pelle e non ti lascia più. E gli Haken ottengono tutto questo senza rinunciare all’approccio smaccatamente tecnico che da sempre li caratterizza.

Sì, gli Haken sono cambiati, ma li riconosceresti lontano un miglio.

A cura di Paolo "Pera" Perazzani

Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 ott 2018 alle 17:23

"The good doctor", "Puzzle box" e "A cell Divides" buonissimi pezzi, il resto anche no. Decisamente un passo indietro rispetto a tutto il resto della loro discografia, peccato.

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